Uomo politico francese (Madrid 1811 - Cannes 1882); interessato ai problemi sociali, sulla Revue du progrès (da lui fondata nel 1839) denunziò vigorosamente le conseguenze della miseria e dell'ignoranza, con la sua attività di giornalista e di storico (Histoire de dix ans 1830-40, 5 voll., 1841-44; l'Histoire de la révolution française, 12 voll., 1847-62, nella quale richiamava l'attenzione sul programma "sociale" della Convenzione e della Montagna) si pose fra i capi dell'opposizione democratica alla Monarchia di luglio. Nel suo radicale democraticismo si raccoglievano i motivi più profondi dell'umanitarismo socialistico: calore di simpatia verso il proletariato, che bisognava salvare dallo stritolamento progressivo dell'economia borghese, sollecitazione aperta agli uomini "di coscienza e di ragione" perché alleviassero l'ingiustizia e l'oppressione. Le proposte concrete non andavano al di là delle premesse saintsimoniane, con la proposta della socializzazione progressiva dei mezzi di produzione, della creazione d'una società collettivistica (a base corporativa), ma davano forza di convinzione al suo linguaggio la robusta eloquenza, l'impegno morale, la saldezza e dirittura del carattere. Membro del governo provvisorio nel 1848, cercò di far entrare nella realtà concreta il principio a lui caro dell'"organizzazione del lavoro"; ma più teorico che realizzatore, incapace di un'azione decisa, deluse le speranze popolari e, dopo i fatti del maggio e del giugno, dovette riparare in Inghilterra, ove rimase fino al 1870. Membro dell'Assemblea nazionale del 1871, si schierò contro la Comune di Parigi e nel 1876 fu uno dei fondatori del partito radicalsocialista francese.