Militare e politico inglese (Musbury, Devonshire, 1650 - Cranbourn Lodge, Windsor, 1722). Colonnello nel 1678, sposò segretamente lo stesso anno Sarah Jennings, damigella d'onore della principessa Anna Stuart (regina dal 1702). Legato alla casa di York, con l'avvento di Giacomo II fu creato (1685) pari d'Inghilterra. Conservatore, ma di fede anglicana, si rivolse anch'egli a Guglielmo d'Orange; e, quando questi sbarcò sul suolo inglese, si affrettò a raggiungerlo. Il nuovo sovrano lo fece membro del consiglio privato e conte di Marlborough (1689); passato in Olanda, egli combatté contro i Francesi, a Walcourt. Ma le sue trame giacobite gli alienarono la fiducia di Guglielmo (1692), di cui non riebbe il favore fino al 1698; in quegli anni frattanto, con un ulteriore cambiamento di rotta, si allontanava dai tories. Nel 1702, tuttavia, fu creato duca. Alla ripresa della guerra in Europa ebbe il comando delle forze anglo-olandesi. Nel maggio-giugno 1704 riuscì a concertare con Eugenio di Savoia la manovra che portò alla vittoria di Höchstädt-Blenheim. Tornato in Inghilterra (1705), dovette far fronte alla difficile situazione creatasi a corte - dove l'influenza della moglie era in declino - e nel parlamento, dominato dal piccolo consiglio formato dai principali membri del partito whig capeggiati da J. Somers. Si decise ad appoggiare questi ultimi, per la vigorosa politica di guerra da essi sostenuta: ma finì perciò con l'alienarsi le residue simpatie della regina Anna. Inoltre gli Olandesi, dopo la conquista (1706) di Bruges, Gand e Ostenda (nel maggio M. aveva battuto abilmente F. Villeroi a Ramillies), si dimostravano favorevoli alle proposte francesi di pace separata; i rapporti tra l'ambiguo duca e il governo inglese furono complicati dall'offerta, avanzatagli da parte dell'imperatore, del governo dei Paesi Bassi riconquistati alla Francia. Per di più, a corte, R. Harley otteneva sempre più credito presso la regina. Il prestigio personale del duca di M. si risollevò ancora una volta durante la campagna del 1709, culminata nell'assedio di Lilla; al centro delle trattative di pace con la Francia, egli fu in grado di ostacolarle gravemente e infine - sembra - di condurle al fallimento. Così la guerra continuò con notevoli successi di M. e del principe Eugenio. La battaglia di Malplaquet (11 sett. 1709), con i suoi effetti sanguinosi, rendeva necessario un nuovo sforzo bellico: M., allora, ritenne che il momento fosse adatto per richiedere la carica di comandante in capo a vita. Ma la resistenza di Anna e l'opposizione del nuovo parlamento, eletto nel 1710, impedirono la realizzazione dei suoi piani ambiziosi. Nel maggio 1711 vinse ancora L. Villars; ma questa volta i preliminari al trattato di Utrecht furono condotti dalle due parti con effettiva volontà di pace. Tornato in patria, il duca di M. fu privato di tutti i pubblici uffici; lasciata l'Inghilterra, rimase ospite di varie corti tedesche fino alla morte della regina Anna. Poi, nuovamente in patria, fu reintegrato nei suoi onori dal nuovo re Giorgio I, ma non più ammesso al governo.