Socialista francese (Parigi 1845 - Saint-Mandé 1922); condannato per aver sostenuto con articoli la Comune di Parigi, si rifugiò in Italia, dove scrisse l'Essai de catéchisme socialiste (1875), e in Svizzera; rientrato in Francia, fondò (1877) l'Égalité, sul quale propagandò idee di ispirazione marxista, e redasse numerosi opuscoli, tra cui La loi des salaires et ses conséquences (1879) e Collectivisme et révolution (1879). Il processo intentato (1878-79) a G. e al suo gruppo, per aver voluto organizzare un congresso operaio internazionale, stimolò la diffusione delle sue idee sulla conquista rivoluzionaria del potere politico e sulla proprietà sociale dei mezzi di produzione, che furono adottate dal congresso di Marsiglia (1879) e dal partito operaio costituito nel 1880 con P. Lafargue, anche in polemica con i possibilisti capeggiati da Benoît Malon, che auspicavano determinate forme di collaborazione tra partito socialista e classe dirigente. Deputato di Roubaix nel 1893, fu rieletto come rappresentante di Lilla nel 1906, 1910 e 1914. Leader della SFIO, guidata da J. Jaurès, allo scoppio della guerra aderì all'Union sacrée ed entrò a far parte del governo (1914-15). Nel 1920 si dichiarò contrario all'adesione dei socialisti francesi all'Internazionale comunista.