Denominazione abbreviata di organizzazioni politiche, costituitesi a partire dalla seconda metà del 19° sec., formate da movimenti e partiti operai, socialisti, comunisti, associati sul piano internazionale.
Prima I. (o Associazione internazionale dei lavoratori). Fu costituita a Londra nel 1864, per coordinare lo sviluppo del movimento operaio. Il programma e lo statuto furono stesi da K. Marx che ne dettò pure i principi costitutivi ispirati alla solidarietà internazionale nella lotta per la liberazione dal dominio del capitale, approvati nel congresso di Ginevra (1866). L’associazione istituì sezioni nazionali in vari paesi d’Europa e negli Stati Uniti d’America e favorì la costituzione dei partiti socialisti.
Specie a partire dal 1869 emersero le polemiche politiche e di principio dell’ala anarchica, guidata da P.-J. Proudhon e soprattutto da M. Bakunin, contrari alla gestione centralistica dell’associazione e all’indirizzo di costituire partiti socialisti in tutti i paesi. Il dibattito sulla sconfitta della Comune di Parigi provocò la rottura tra le due tendenze e gli anarchici furono espulsi dall’associazione (congresso dell’Aia, 1872); questi costituirono un’I. libertaria di breve vita ma che, come tendenza, ebbe poi influenza nel movimento operaio. L’associazione si sciolse nel congresso di Filadelfia del 1876.
Seconda I. Costituita a Parigi nel 1889 come luogo di discussione politica e strumento di coordinamento dei partiti operai e socialisti diffusisi in quasi tutti i paesi europei, la Seconda I. segnò il prevalere delle concezioni politiche marxiste in seno al movimento operaio europeo; in tale ambito ormai prevalentemente socialista e marxista, emersero con il nuovo secolo linee tra loro diverse, per es. riguardo alla tattica parlamentare e alla partecipazione ai governi borghesi. Più ancora, divenne centrale la discussione sui problemi del colonialismo, del patriottismo e della guerra. A determinare la crisi dell’I. intervenne nel 1914 lo scoppio del primo conflitto mondiale: i partiti socialisti di Germania, Austria, Gran Bretagna, Francia e Belgio aderirono alle politiche nazionali dei rispettivi governi, altri (come l’italiano) assunsero posizioni neutraliste o decisamente rivoluzionarie e antibelliciste. Ciò esplicitò il fallimento dell’internazionalismo proletario, ma fece emergere per opposizione una sinistra rivoluzionaria (tra gli esponenti più noti V.I. Lenin e R. Luxemburg) che, dopo aver organizzato le conferenze socialiste contro la guerra di Zimmerwald (1915) e Kienthal (1916), sarebbe confluita largamente nel movimento comunista.
Nel dopoguerra, i riformisti tentarono di rifondare la Seconda I. in opposizione al leninismo e un’altra tendenza diede vita all’Unione dei partiti socialisti per l’azione internazionale, che si unificarono nell’I. operaia socialista (congresso di Amburgo, 1923): in bilico tra antifascismo e anticomunismo, tranne nel periodo dei fronti popolari e della guerra di Spagna (1934-38), la sua azione si esaurì allo scoppio della guerra mondiale (1940).
Nel secondo dopoguerra l’I. socialista fu ricostituita nel 1951 (conferenza di Francoforte), emanazione dei partiti socialisti e socialdemocratici. Il marxismo non vi figura come unico punto di riferimento dottrinario e il socialismo viene connotato come movimento per «la giustizia sociale, una vita migliore, la libertà, la pace mondiale». Vi aderiscono circa 160 tra partiti socialisti e socialdemocratici.
Terza I. (o I. comunista o Komintern). Costituita con sede a Mosca nel 1919, ebbe i caratteri e le aspirazioni di partito della rivoluzione mondiale e vi aderirono decine di gruppi e formazioni politiche di orientamento comunista. Nel secondo congresso (1920) furono stabilite le condizioni per l’adesione dei partiti e l’I. assunse l’aspetto di un organismo centralizzato in cui i comunisti sovietici ebbero un ruolo egemone, mentre si approfondiva la rottura con la tradizione politica socialista. Falliti i tentativi rivoluzionari in Europa, dalla metà degli anni 1920 l’I. comunista favorì la crescita di formazioni comuniste e rivoluzionarie in molti paesi dell’Asia e dell’America Latina; contemporaneamente, con il predominio di Stalin l’I. divenne sempre più strumento della politica estera dell’URSS. L’ascesa del nazionalsocialismo costrinse il movimento comunista internazionale ad aprire la strada alla politica dei fronti popolari (7° congresso, 1935); l’I. ebbe un’ultima fase espansiva dopo l’attacco tedesco all’URSS (1941), per essere finalmente sciolta, in quanto ostacolo all’alleanza delle potenze antifasciste, nel 1943 (➔ comunismo). Quarta I. Fondata nel 1938 da L.D. Trockij e dai suoi seguaci in opposizione alla Terza I., giudicata asservita alla politica estera dell’URSS staliniana, intese riproporre un programma comunista e rivoluzionario ispirato ai principi internazionalisti della ‘rivoluzione permanente’. Lacerata da dissidi interni, subì poi molte scissioni.