Rivoluzionaria e teorica del socialismo polacca naturalizzata tedesca (Zamość, Polonia, 1870 - Berlino 1919). Di origine ebraica, costretta all'esilio per motivi politici (1889), a Berlino aderì al Partito socialdemocratico e divenne la principale esponente dell'ala di sinistra. Prese posizione contro il revisionismo teorico di E. Bernstein e fu critica anche rispetto al modello leninista di organizzazione del partito. Nel 1916 fu tra i fondatori dello Spartakusbund. Insieme a K. Liebknecht promosse l'insurrezione spartachista: entrambi furono uccisi, nel gennaio 1919, nella repressione che seguì.
Aderì ancora liceale a Proletariat, formazione clandestina di ispirazione socialista rivoluzionaria; costretta ad abbandonare la Polonia russa per sfuggire a un arresto, studiò economia politica e legge (1889-96) a Zurigo, sostenendo posizioni decisamente internazionaliste fra i gruppi socialisti polacchi in esilio. Nel 1898 ottenne la cittadinanza tedesca, grazie al matrimonio di comodo con l'operaio Gustav Lübeck; trasferitasi a Berlino, aderì al partito socialdemocratico, prendendo posizione contro il revisionismo teorico di E. Bernstein Nel 1902-04 lavorò alla Gazeta ludowa ("Giornale del popolo") di Poznań; dopo aver criticato aspramente i tentativi di J. Piłsudski per creare difficoltà alla Russia in conflitto col Giappone, passò a Varsavia, ma fu presto arrestata (1906). Dal 1907 al 1914 insegnò economia politica alla scuola di partito di Berlino. Trovandosi sempre più a sinistra in seno alla socialdemocrazia tedesca, finì per polemizzare con K. Kautsky sulla funzione dello sciopero generale e sull'atteggiamento da prendersi verso la riforma elettorale allora proposta da Bethmann-Hollweg. Durante la guerra, nonostante lunghi periodi di prigionia, non interruppe gli studi e la stesura dei suoi scritti. Nel 1916 fu tra i fondatori dello Spartakusbund; nel 1918 diresse Die Rote Fahne, quindi promosse l'insurrezione spartachista di Berlino del genn. 1919; fu uccisa, durante la repressione, insieme a K. Liebknecht.
In Sozialreform oder Revolution? (1899), pubblicato in polemica con E. Bernstein, sostiene l'impossibilità di realizzare il socialismo attraverso azioni riformiste destinate comunque a esaurirsi nell'ambito di una società borghese e afferma piuttosto la necessità di superare e sovvertire definitivamente i rapporti sociali esitenti. Nel 1906 pubblicò Massenstreik, Partei und Gewerkschaften, in cui esaltava l'importanza dello sciopero generale, in alternativa alla visione leninista di un partito di rivoluzionari di professione rigidamente strutturato. La sua opera fondamentale rimane Die Akkumulation des Kapitals (1913), un prezioso contributo allo studio della politica imperialista, nel quale criticava la teoria di Marx sulla crisi del capitalismo e indicava nei paesi coloniali e sottosviluppati altrettante riserve per lo sfruttamento capitalistico. Die Krise der Sozialdemokratie (più nota sotto il titolo di Junius-Broschüre, stampata in Svizzera nel 1916) è una acuta disamina del movimento socialista (che suscitò le critiche di Lenin, discorde sul ruolo del partito guida). Postumi uscirono i Gesammelte Werke (6 voll., a cura di A. Warski, 1923-28).