Scrittore francese (Châlons-du-Maine, Mayenne, 1864 - Parigi 1910). Dopo una triste infanzia passata a Chitry-les-Mines, si trasferì nel 1881 a Parigi, per finire gli studî. Qui, soprattutto dopo il matrimonio (1888), che gli garantì una certa sicurezza economica, potè dedicarsi alla letteratura, contribuendo anche alla creazione del Mercure de France; ma non interruppe mai del tutto i rapporti con il paese della sua infanzia, di cui fu sindaco dal 1904 fino alla morte. Dopo il romanzo Les cloportes (post., 1919), scrisse diverse opere narrative, tra cui vanno ricordate: L'écornifleur (1892), che ridusse per il teatro, col tit. Monsieur Vernet, nel 1903; Poil de carotte (1894), la sua opera più nota, che rivela un fondo autobiografico nell'evocazione, non priva d'arguzia e umorismo, di un'infanzia infelice; Le vigneron dans sa vigne (1894); Les histoires naturelles (1896), istantanee sul mondo animale, rappresentato con pittoresca e naturale semplicità; Bucoliques (1898); Ragotte (1908). Assai felici, per vivacità e verità, le sue brevi pièces teatrali: Le plaisir de rompre (1897); Le pain de ménage (1898); La bigote (1909). La sua vocazione alla pagina perfetta si rivela appieno nel Journal, che venne scrivendo dal 1887 fin quasi alla morte (5 voll., post., 1925-27; ed. completa 1935), ricco di aneddoti curiosi, di osservazioni e riflessioni sulla società e la vita letteraria del suo tempo.