Popper, Karl Raimund
Filosofo austriaco naturalizzato britannico (Vienna 1902 - Londra 1994). Nato da famiglia ebrea, studiò presso l’Università di Vienna e dopo l’occupazione nazista emigrò in Nuova Zelanda, dove insegnò filosofia alla Canterbury Universitty of Christchurch, per poi passare, su invito di F. A. von Hayek, alla London School of Economics, dove insegnò logica e metodo scientifico fino al 1969. Tra i maggiori filosofi della scienza del 20° sec., P. esercitò grande influenza per la sua concezione fallibilistica della conoscenza e del metodo scientifico (Logik der Forschung, 1935). Coniò l’espressione «razionalismo critico» per definire la propria epistemologia che, rifiutando sia il verificazionismo neopositivistico sia il convezionalismo, assegnò la priorità alle assunzioni teoriche rispetto ai dati osservati. Questa teoria della conoscenza per prova ed errore, in seguito rielaborata da P. in una prospettiva evoluzionistica, è stata da lui estesa anche alle scienze sociali e alla filosofia politica, attraverso la critica del marxismo, considerato un esempio dello storicismo (The poverty of historicism, 1944-45), e, più in generale, contrapponendo al totalitarismo, le cui radici sono rintracciate in Platone, Hegel e Marx, l’idea di una «società aperta» (The open society and its enemies, 1945), dove sia possibile sperimentare, sulla base di sistemi democratici, sempre nuove soluzioni in grado di correggere gli errori delle precedenti.