(ted. Kattowitz) Città della Polonia sud-occidentale (311.179 ab. nel 2008), capoluogo del voidovato della Slesia (Slaskie), esteso a S nell’alto bacino della Vistola. Principale centro della conurbazione di una quindicina di città alto-slesiane (che conta quasi 3.000.000 di ab. e tende a saldarsi con la vicina agglomerazione di Cracovia formando un’unica estesa regione urbana), K. ha svolto un ruolo di prim’ordine nell’industrializzazione polacca, con industrie estrattive, siderurgiche, metallurgiche (zinco), meccaniche, chimiche, del vetro e agricole (del legno, della birra e molitoria). Negli ultimi anni del Novecento l’importanza del settore ha subito un deciso ridimensionamento, in seguito alla fine del modello di sviluppo dei paesi socialisti e al venir meno dell’utilizzazione massiccia del carbone quale fonte di energia.
Ricordata la prima volta nel 13° sec., K. fu luogo di pellegrinaggio dopo la fondazione del convento dei Padri Paolini (1382), ma rimase a lungo modesto villaggio agricolo, centro della signoria feudale di Mysłowice-K.; per il trattato di Breslavia (1742) passò dalla sovranità degli Asburgo a quella dei re di Prussia. Iniziatosi il suo sviluppo industriale, nel 1867 fu elevata a città; la sua popolazione, di 14.000 ab. nel 1888, era salita a 44.000 nel 1921. In quell’anno K. entrò a far parte della Polonia; occupata nel 1939 dalle truppe tedesche, ne fu liberata dai Sovietici nel gennaio 1945. Dal 1953 al 1956 fu denominata Stalingrado.
Rimangono monumenti gotici (S. Sigismondo) e barocchi (convento dei Padri Paolini: la chiesa costruita sulla precedente gotica ha nell’interno sculture barocche di D. Fontana e un’immagine della Madonna Nera, di scuola senese del 14° sec.); notevole, come esempio di architettura popolare, la chiesa di legno del 16° sec., nel parco comunale.