Kazakistan
'
geografia umana ed economica
di Albertina Migliaccio
Stato dell'Asia centrale. Al censimento del 1999 aveva una popolazione di 14.952.420 ab. (14.825.000 secondo una sima del 2005). Nell'intervallo 2000-2005 la dinamica demografica ha mantenuto la tendenza negativa delineatasi nel precedente decennio, in conseguenza sia della bassa fecondità sia del saldo migratorio negativo (nel 2005 il numero di emigrati ha raggiunto il 3,5‰ della popolazione). Il governo ha varato alcuni incentivi per il rientro dei Kazaki che vivono nelle altre repubbliche ex sovietiche, ma i provvedimenti hanno avuto effetti limitati. La distribuzione della popolazione continua a essere molto irregolare; gli abitanti si concentrano, oltre che nelle città di Astana e Almaty, nelle regioni minerarie e petrolifere, dove peraltro i livelli di reddito sono nettamente superiori al resto del Paese.
Il PIL è in costante crescita, grazie soprattutto al forte afflusso di capitale straniero e all'incremento della produzione petrolifera e di gas naturale, favorita dall'apertura, nel 2001, dell'oleodotto che collega i giacimenti del K. con il Mar Nero. La produzione dovrebbe ulte-riormente aumentare con l'entrata in esercizio, prevista per il 2008, dell'impianto off shore di Kashagan e mediante il completamento dell'oleodotto che collegherà i giacimenti di Atasu con la Cina. Le industrie tradizionali sono in declino, in particolare i comparti del tessile e della chimica, così come il settore primario, il cui contributo alla formazione del PIL è in costante calo.
A partire dal 2003 è stata avviata una progressiva apertura agli investimenti privati stranieri. L'iniziativa ha avuto un certo successo, anche in virtù delle buone performances del Paese sui mercati finanziari internazionali, tanto che nel corso del 2000 il K., con 7 anni di anticipo rispetto alle scadenze, ha onorato per intero i debiti contratti con il Fondo monetario internazionale, e nel 2002, primo fra le ex repubbliche sovietiche, è entrato nelle classifiche delle principali agenzie di rating internazionale. Il settore dei servizi, pressoché inesistente ai tempi del regime sovietico, ha manifestato una forte vitalità, e contribuisce in modo crescente alla formazione del PIL.
La politica dell'esecutivo è orientata verso un contenimento della presenza straniera nel settore petrolifero, sia di capitali sia di tecnici, a favore di investimenti nel comparto industriale, soprattutto nelle attività leggere, allo scopo di creare una maggiore diversificazione produttiva e una minore dipendenza delldagli idrocarburi. Nel breve periodo il K. dovrà affrontare gravi prob-lemi ambientali: oltre all'elevato inquinamento industriale di molte città, al degrado delle falde idriche e dei suoli derivante dall'eccessivo uso di pesticidi, i pericoli maggiori per la salute provengono dalla contaminazione chimica e radioattiva delle aree poste in prossimità delle vecchie industrie belliche sovietiche. Un altro grave problema è costituito dal Lago d'Aral, che in seguito al suo prosciugamento ha depositato, oltre a strati di sali naturali, pesticidi chimici che vengono trasportati dal vento anche a notevole distanza.
Storia
di Paola Salvatori
Nei primi anni Duemila, a oltre un decennio dalla fine del regime comunista, il K. era ancora lontano dall'aver raggiunto un assetto istituzionale democratico e dall'aver superato i problemi legati alla diffusa corruzione dell'apparato statale. Il presidente della Re-pubblica N. Nazarbaev, eletto nel 1991, continuò, infatti, a esercitare un potere incontrastato, con tratti sempre più autoritari e personalistici, e a favorire gli interessi del proprio entourage politico e familiare, strettamente intrecciati a quelli delle potenti lobby economiche legate all'estrazione del greggio, una delle principali risorse del Paese. Le forze di opposizione, divise e sottoposte a forti intimidazioni, rimasero relegate a un ruolo puramente marginale, penalizzate, tra l'altro, dalla scarsa possibilità di accesso all'informazione, controllata quasi completamente dal governo in mano ai collaboratori del presidente e dalle agenzie giornalistiche.
Soprattutto a partire dal 2001 Nazarbaev poté inoltre contare su una crescente popolarità interna, determinata dal miglioramento delle condizioni economiche seguito al rialzo del prezzo del petrolio e all'incremento delle esportazioni delle materie prime. Nonostante l'adozione di politiche di privatizzazione (nel maggio 2003 fu sancito il diritto alla proprietà privata della terra) e di contenimento del deficit pubblico, l'aumento delle entrate permise allo Stato di evitare drastici tagli alla spesa sociale e di aumentare anzi gli investimenti in alcuni settori, primo fra tutti l'istruzione.
Ciò restrinse ulteriormente i margini di manovra dell'opposizione, che pure aveva cercato di riorganizzarsi e di rilanciare la propria immagine e il proprio ruolo dando vita a nuovi partiti, ma ridusse la possibilità di una massiccia mobilitazione della società civile, poco propensa a manifestare contro un governo che aveva comunque garantito un generale miglioramento delle condizioni di vita.
Le nuove formazioni politiche vennero del resto ostacolate in tutti i modi, soprattutto attraverso una registrazione delle norme che ne regolavano l'esistenza e furono così escluse dalla possibilità di partecipare alle elezioni per il rinnovo della Camera bassa che, svoltesi nel settembre-ottobre 2004, sancirono nuovamente con 42 seggi su 77, la vittoria del partito filopresidenziale Otan (Patria), e delle formazioni politiche a esso collegate.
Significativamente, si affermò anche il partito fondato nell'ottobre 2003 dalla figlia del presidente, D. Nazarbaeva, Asar (Tutti insieme), considerato da molti il primo passo di una strategia a lungo termine volta a preparare il passaggio dei poteri all'interno del gruppo familiare. Analogo risultato ebbero le consultazioni svoltesi l'anno successivo (ag. 2005) per il rinnovo della Camera alta, che sancirono il consolidarsi degli equilibri esistenti. Nel dicembre 2005, inoltre, Nazarbaev fu rieletto presidente.
La politica estera fu volta ad accrescere il ruolo del K. nella regione, sfruttando la posizione strategica del Paese e le sue considerevoli risorse minerarie. Venne pertanto promossa una politica di equilibrio che, pur mantenendo salde le tradizionali alleanze, rafforzava i legami con l'Occidente e creava i presupposti per nuove intese economiche. Rimasero strette le relazioni con la Russia, con la quale venne raggiunto nel maggio 2002 un accordo sulla spartizione delle risorse petrolifere nel Mar Caspio e siglato un trattato di mutua assistenza militare in caso di aggressione da parte di terzi. Accordi sulla linea dei confini vennero raggiunti anche con il Turkmenistan (ratificati nel giugno 2003), con il Kirghizistan e con l'Uzbekistan (luglio 2003), Paesi con i quali vennero intensificati gli scambi commerciali e furono stretti accordi di cooperazione regionale per combattere il terrorismo e il traffico di stupefacenti.
Particolarmente intense divennero anche le relazioni con Pechino, con la quale furono siglati trattati militari e commerciali; i rapporti si intensificarono nel corso del 2005, in vista della costruzione di una nuova linea ferroviaria per facilitare le comunicazioni tra i due Paesi e di un gasdotto che avrebbe permesso al K. di avviare l'esportazione di gas naturale con la Cina. Il dialogo con gli Stati occidentali conobbe un rapido sviluppo, soprattutto dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti. La ferma condanna espressa contro il terrorismo internazionale e il sostegno logistico offerto alla coalizione militare formatasi per combatterlo, fecero del Paese un interlocutore privilegiato dell'Unione Europea e, soprattutto, degli Stati Uniti, ai quali venne offerto l'uso dello spazio aereo e delle basi militari. Con Washington vennero stretti anche rapporti commerciali, in particolare per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e minerari. L'intesa economica è stata ribadita nel corso dei colloqui che si sono svolti durante la visita di Nazarbaev alla Casa Bianca (sett. 2006).
bibliografia
M.B. Olcott, Kazakhstan. Unfulfilled promise, Washington 2002.
S.N. Cummings, Kazakhstan. Power and Power and elite, London 2005.