Kiev
Un destino di metropoli
Fra le prime città sorte nelle regioni popolate dagli Slavi orientali, Kiev fu anche la prima ad avere una funzione di metropoli, quindi di capitale politica e religiosa, e fu uno dei centri di formazione della cultura russa. Oggi, ancora capitale, è una popolosa città, moderna e industriale, con una quantità di istituzioni e di iniziative culturali
La città di Kiev (in ucraino Kyiv), capitale della Repubblica dell’Ucraina, è una delle più antiche e popolose (2.639.000 abitanti) città dell’Europa orientale; nella vasta area a oriente dei Carpazi e della Penisola Balcanica le città sono molto più recenti rispetto a quelle dell’Europa occidentale e soprattutto di quella mediterranea.
Le prime tracce archeologiche di un centro abitato risalirebbero al 5° secolo e le prime notizie storiche al 6° e 7° secolo, quando la città aveva una certa importanza commerciale. Era stata fondata, infatti, su colline ben difendibili in riva al fiume Dnepr, sulla sua destra, in una posizione da cui si dominava un’importante e antichissima via commerciale che univa il Mar Baltico e il Mar Nero (e, quindi, anche Costantinopoli, che era la città più importante dell’epoca).
Questa via fu utilizzata molto intensamente, in quei secoli, da mercanti e guerrieri scandinavi (conosciuti come Variaghi), che avevano strette relazioni con l’Impero bizantino. I Variaghi, lungo il percorso, costruirono o fortificarono una serie di città, arrivando a controllare tutto il territorio circostante e a determinare la formazione di uno Stato, che fu chiamato Rus’, abitato da Slavi; nel 9° secolo, Kiev era già la capitale di questo Stato ed era anche la sede del metropolita, cioè del capo della Chiesa ortodossa alla quale aderivano gli Slavi orientali, da poco evangelizzati.
I tre secoli seguenti furono il periodo di maggiore splendore di Kiev, che era il punto di riferimento per la popolazione, per la lingua, per l’arte e per la cultura che poi sarebbero state definite russe (prima che si differenziassero in russe, ucraine e russe bianche).
Alla metà del Duecento, però, i Tartari conquistarono e saccheggiarono la città, mentre imponevano il loro controllo su tutta la regione abitata dagli Slavi orientali. Il metropolita si trasferì a Mosca, e di Kiev non si parlò quasi più fino al 17° secolo. In seguito, la città riacquistò la sua importanza culturale e commerciale.
Nel 19° secolo a Kiev si sviluppò anche l’industria, specialmente quella pesante (siderurgia, chimica di base), che però subì gravemente le conseguenze della Seconda guerra mondiale, quando fu assediata e bombardata per più di due mesi dall’esercito tedesco.
Oggi Kiev è di nuovo un grande centro industriale, con attività importanti soprattutto nell’industria meccanica – automezzi industriali, motociclette, imbarcazioni per la navigazione fluviale –, nella meccanica di precisione, nella chimica e nell’elettrotecnica.
Ma, in quanto capitale, la città è importante specialmente per le attività amministrative e terziarie in generale, e per le istituzioni culturali ospitate: università, centri di ricerca, musei, teatri. Tra i musei all’aperto, è vastissimo quello di architettura popolare ed etnografia dell’Ucraina: vi sono stati ricostruiti interi villaggi, con officine e abitazioni perfettamente arredate con oggetti e strumenti di lavoro antichi. Una grandissima parte dell’area urbana è occupata da parchi e giardini, che danno alla città un aspetto insolitamente verdeggiante e arioso. Nel secondo dopoguerra Kiev si è espansa anche sulla riva sinistra del Dnepr con vasti quartieri residenziali.
A causa delle distruzioni operate dalla guerra, i monumenti e gli edifici antichi sono pochi, ma in qualche vicolo della vecchia città bassa (Podol) si è conservato l’aspetto caratteristico della Kiev antica: il Palazzo imperiale della metà del Settecento, costruito dall’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli; la sontuosa cattedrale di S. Vladimiro, costruita nel 1896 per celebrare i 900 anni dell’evangelizzazione dell’Ucraina; la vecchia cattedrale di S. Sofia, costruita nell’11° secolo; la chiesa di S. Cirillo, del Duecento e, soprattutto, un vasto complesso di costruzioni monastiche, iniziate nell’11° secolo, dove si trovano alcune antiche chiese e grotte che furono utilizzate come prime abitazioni dei monaci.