Poeta cèco (Slavětín, Louny, 1898 - Praga 1951). Aderì inizialmente alla tendenza di avanguardia proletaria, poi si avvicinò al "poetismo" di V. Nezval, con Zlatými rétězy ("Con catene d'oro", 1926) e S lodí, jež dováží čaj a kávu ("Da una nave che trasporta tè e caffè", 1927), reportage lirico di un viaggio in Oriente: qui si alternano sequele di giochi verbali, omofonie, anagrammi, trucchi acustici, scenarî esotici. Con altre raccolte di versi (Nový Ikaros, "Il nuovo Icaro", 1929; Nebe, peklo, ráj, "Cielo, inferno, paradiso", 1931; Zrcadlo noci, "Lo specchio della notte", 1939) diede il proprio contributo al surrealismo. Dopo l'avvento del comunismo, si diede a un tipo di disperata poesia politico-propagandistica, alternando vecchie fantasie marionettistiche e servili esaltazioni del nuovo regime e di Stalin (Bez obav, "Senza paure", 1951). Morì suicida.