Pseudonimo dello scrittore greco Kòstas Nèarchos (İstanbul 1890 - Atene 1953). Interprete fra i più notevoli dei sentimenti di sconfitta e d'impotenza che investirono la Grecia dopo la perdita dell'Asia Minore (1922), affidò le proprie malinconiche confessioni a componimenti poetici scritti in una lingua volutamente anonima (Νοσταλγίες "Nostalgie", 1920; ᾿Αποδημίες "Migrazioni", post., 1953). Un diffuso pessimismo caratterizza i suoi libri di viaggio, raccolti, con i saggi e con i racconti, in ῎Εργα ("Opere", 12 voll., 1953-58).