Opera in due atti di G. Donizetti su libretto di F. Romani (1788-1865). Andata in scena il 12, maggio 1832 con esito trionfale, segnò un progresso compiuto nel genere comico da Donizetti che, allontanandosi ormai definitivamente dal rossinismo e dalla tradizione settecentesca, poteva esprimersi con un suo linguaggio ove i caratteri venivano a colorarsi di sottili sfumature sentimentali venate di delicata malinconia.
Nemorino, un povero contadino, è innamorato di Adina, ricca proprietaria terriera. Quando sopraggiunge il reggimento al comando di Belcore, Adina non rifiuta il corteggiamento del militare. Nemorino, ingelosito, si dichiara ma è respinto. Si rivolge allora a Dulcamara, un imbroglione che gli vende una bottiglia di vino spacciandola per un elisir d'amore che farà innamorare Adina in un giorno. Alcune ragazze che hanno scoperto, prima di lui, che Nemorino ha ereditato una fortuna, iniziano a corteggiarlo. Dulcamara si vanta con Adina degli effetti dell'elisir, raccontandole quello che Nemorino aveva fatto per lei. Adina, commossa, si accorge di ricambiare i sentimenti del giovane contadino, che nel frattempo si era arruolato per ricevere il denaro necessario all'acquisto di una seconda bottiglia di vino per conquistarla. Adina restituisce il denaro per non far partire Nemorino e con lui annuncia il loro fidanzamento.