Nome comune delle piante appartenenti al genere Lactuca e in particolare di Lactuca sativa, erba delle Asteracee (v. fig.). Quest’ultima, nota solo allo stato coltivato, è considerata una varietà di Lactuca scariola (A in fig.), di cui è molto affine. È annua o bienne, alta fino a 1 m, ramosa, glabra; le foglie sono delicate, le basali a rosetta, le cauline bislungo-obovate, abbraccianti, intere o dentate; i capolini sono numerosi con fiori d’un giallo pallido. Si conoscono numerose varietà colturali che forniscono la più comune insalata: l. rossa (var. atrorubens) con foglie rosso-brune o variegate di questo colore, l. cappuccina (C; var. capitata) con foglie riunite a palla, l. crespa (D, var. crispa) con foglie ondulate e increspate, l. romana (E, var. longifolia) con foglie erette, allungate, con nervatura mediana grossa e bianca, e altre. Si semina tutto l’anno e si sviluppa rapidamente; richiede terreno ben lavorato, permeabile, e bene innaffiato.
Il succo ispessito di varie specie di lattuga (lattucario) si presenta in pezzi irregolari, compatti, di colore giallo o rosso bruno, di odore caratteristico, di sapore amaro; parzialmente solubile in alcol e in etere, contiene lattucina, lattucerina, lattucerolo, acido malico, acido ossalico, gommoresine. Esplica azione sedativa e blandamente ipnotica, tossifuga e decongestionante sugli organi pelvici. L. marina Alga (Ulva lactuca) delle Clorofite, famiglia Ulvacee, il cui tallo è ampiamente espanso, sottile, più o meno increspato, d’un bel verde smeraldo, comune sulle spiagge marine.