(fr. Liège; fiamm. Luik) Città del Belgio (190.102 ab. nel 2008), capoluogo della provincia omonima; è situata sulle rive della Mosa e del suo affluente Ourthe, che a sua volta riceve la Vesdre. Il nucleo urbano più antico (Leodicus o Legia) si estende lungo la riva sinistra della Mosa, qui sovrastata da alture a ripido pendio dove si creano notevoli dislivelli (60-158 m). Il corso del fiume, che attraversa l’abitato, fu più volte spostato verso E per acquistare spazio. La città conserva aspetto aristocratico, con bei viali lungo la Mosa, magnifiche costruzioni nel quartiere centrale e numerosi giardini alla periferia, ai quali si sono progressivamente aggiunti i quartieri a valle e sui rilievi che circondano la città. Il suo abitato è ormai fuso con quello dei centri industriali periferici: Seraing, Herstal, Ougrée, Jemeppe. Grazie alla sua posizione al centro di un importante bacino carbonifero, L. divenne nel 19° sec. uno dei più grandi centri industriali dell’Europa occidentale, principalmente grazie allo sviluppo dei settori siderurgico, metallurgico e meccanico. Tuttavia, essenziali trasformazioni hanno interessato l’apparato produttivo risalente alla fase della prima rivoluzione industriale, nel quadro di una notevole crisi delle attività estrattive e della siderurgia locali; a tali vicende ha fatto riscontro lo sviluppo di diversificate attività manifatturiere nei settori chimico, meccanico, alimentare, della gomma e della carta, oltre ad attività terziarie, in particolare di carattere commerciale. Viene lavorato inoltre il ferro introdotto nel paese dalla Lorena con altri prodotti minerari localmente esauriti (piombo, rame). L. è un importante nodo stradale e ferroviario e porto fluviale, collegato al Mare del Nord dal Canale Alberto che tocca Maastricht e Anversa.
L. compare nel 7° sec. come villaggio. Dominio dei vescovi di Tongres sin dalle origini, ne divenne la residenza all’inizio del 8° secolo. Dopo che la riunificazione della Lorena con l’Impero nel 925 ebbe fatto dei suoi vescovi i sovrani di un principato vescovile, crebbe rapidamente a città, cinta di mura già alla fine di quel secolo; un largo afflusso d’immigranti vi formò un ceto mercantile che trafficava soprattutto con Germania e Inghilterra (ferro, ottone, rame); esso ottenne dal vescovo il riconoscimento del Comune oligarchico nel 1185 ed eresse nuove e più ampie mura (12°-13° sec.). Il 14° sec. vide a L. la lotta incessante fra il patriziato, le corporazioni e il vescovo, finché nel 1384, con l’esclusione definitiva dei patrizi dal consiglio e l’ammissione dei rappresentanti delle arti allo scabinato, vi si stabilì definitivamente il regime democratico. Questo resistette a lungo contro le aspirazioni di dominio politico dei duchi di Borgogna. Distrutta nel 1468 da Carlo il Temerario, nel 16° sec., abbellita in stile rinascimentale tutto proprio, trasse nuova fonte di prosperità dall’industria estrattiva (carbone) e dalla fabbricazione delle armi; solo al principe-vescovo Massimiliano Enrico di Baviera riuscì di schiacciare il partito democratico e di inaugurare, con il regolamento del 1684, il governo conservatore che durò fino alla conquista francese del 1794. La prosperità economica di L. crebbe nel 18°-19° sec. con lo sviluppo dell’industria delle armi da fuoco e delle miniere di carbone.