Scrittrice ucraina (n. Ržyščiv, Kiev, 1930). Dichiaratamente al di fuori di scuole, ha contribuito al rinnovamento radicale della letteratura ucraina sul piano concettuale e formale: la sua poesia varia da una strofa classica al verso libero, dal monumentalismo delle opere storiche al minimalismo delle strutture poetiche "dissolte", come in Inkrustaciji (pubblicato in Vybrane "Opere scelte", 1989; trad. it. Intarsi, 1994). Con i romanzi in versi Marusja Čuraj (1979) e Berestečko (1999), ambientati nel Seicento ucraino, la scrittrice ha modernizzato il genere storico, conferendogli attualità psicologica ed estetica.
Vita e opere. Dopo aver studiato a Mosca, tornò in Ucraina alla fine degli anni Cinquanta. Ha esordito con alcune raccolte di poesie nell'ambito della "generazione degli anni Sessanta" (šistdesjatnyky), un gruppo di giovani intellettuali ucraini che si opponevano al sistema totalitario. Messa al bando dalle autorità sovietiche, K. ha partecipato attivamente alle vicende culturali e politiche in Ucraina fino all'indipendenza (1991); poté ricominciare a pubblicare solo nel 1977, quando uscì Nad berehamy vičnoji riky ("Sulle rive del fiume eterno"). Una struttura complessa presentano i poemi Skifs'ka Odiseja ("Odissea scitica", 1989) e Snih u Florenciji ("Neve a Firenze", 1989), ambientato nella Firenze rinascimentale. Tra le opere più recenti si ricordano il romanzo Zona vidčužennja ("Zona di estraniamento", 1999), in cui K. affronta il dramma dell'era postatomica, e il romanzo-saggio Posmertna zustrič Puškina ("L'incontro post mortem di Puškin", 1998).