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ANDERSON, Lindsay

di Emanuela Martini - Enciclopedia del Cinema (2003)
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Anderson, Lindsay

Emanuela Martini

Regista cinematografico e teatrale, critico e teorico inglese, nato il 17 aprile 1923 a Bangalore (India) e morto ad Angoulême (Francia) il 30 agosto 1994. Alternò il lavoro di critico e di teorico con la regia di documentari, di numerose opere teatrali (dal 1957 alla fine degli anni Ottanta) e di un numero limitato di lungometraggi (nove, compresi alcuni lavori televisivi). A. è una delle figure fondamentali del cinema inglese degli ultimi cinquant'anni. La sua passione e la sua indomabile foga polemica, infatti, illuminarono spesso i momenti più bui della vita culturale del suo Paese, in particolare attraverso la partecipazione ai movimenti degli Angry Young Men e del Free Cinema, dei quali fu uno dei principali esponenti. È dal connubio dei termini poesia (ricorrente nelle sue elaborazioni critiche) e rabbia, che prende forma il cinema di A., sospeso tra una costante ricerca di forme non ovvie, di ellissi puramente visive e di ritmi inconsueti, e un bisogno etico di scavare nelle contraddizioni della realtà. Due tra i suoi documentari ottennero importanti riconoscimenti a livello internazionale: il premio Oscar nel 1955 Thurs-day's children (1953), diretto con Guy Brenton, e il Gran premio del documentario alla Mostra del cinema di Venezia Every day except Christmas (1957), mentre il film If (1968; Se…) venne premiato con la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1969.Sia suo padre, un generale allora di stanza in India, sia sua madre erano di origini scozzesi: A. rivendicò sempre con orgoglio tali radici, cui faceva risalire il proprio rigore morale e la propria estraneità al carattere nazionale e alle tradizioni culturali inglesi. Dopo il divorzio dei genitori, a dieci anni ritornò con la madre in Inghilterra e nel 1948 si laureò a Oxford in letteratura inglese. Nel 1947 era frattanto diventato redattore e teorico militante, insieme a Gavin Lambert e Penelope Houston, di "Sequence", rivista fondata l'anno prima a Oxford (e spostatasi a Londra dal 1948) da John Boud e Peter Ericsson, che rappresentò uno dei momenti più vitali nell'elaborazione della critica e della teoria cinematografica in Inghilterra. Fu infatti una delle prime riviste 'di tendenza' europee: si contrappose, con accenti polemici e battaglieri, sia al sociologismo della critica britannica sia all'intellettualismo di quella francese; fu aggressiva verso il cinema nazionale, che considerava statico e letterario, e sostenne la necessità di un cinema poetico, sulla scia di registi come Jean Vigo, John Ford e Humphrey Jennings. Sugli ultimi due A. avrebbe poi scritto rispettivamente un libro appassionato del 1981, About John Ford (trad. it. 1985), e un importante saggio del 1982, Only correct. La rivista chiuse nel 1952; ma A., insieme agli altri redattori, trasferì la sua battaglia sulle pagine di "Sight and sound", "The observer" e "The new statement". Nel 1948 A. diresse il primo documentario, Meet the pioneers. I suoi documentari risentono della lezione di Ford e Jennings (dei quali A. sottolineò sempre l'afflato poetico e l'intima adesione ai valori della cultura di un popolo), e sono spaccati crudeli della società britannica, soprattutto O dreamland (1953), Thursday's children e il capolavoro Every day except Christmas. Essi fondono l'attenzione per i luoghi e la gente comune con la capacità di elaborare il senso della narrazione attraverso il montaggio poetico delle immagini e dei suoni. Nel febbraio del 1956, A. fu tra gli estensori del manifesto del Free Cinema, e organizzò (con Karel Reisz, Tony Richardson, Lambert e altri) la famosa prima serata del Free Cinema, durante la quale furono presentati al National Film Theatre O dreamland e lavori di Lorenza Mazzetti e Richardson. Nell'autunno dello stesso anno, pubblicò su "Sight and sound" il saggio Stand up! Stand up!, nel quale riaffermava l'esigenza di un'attività critica basata sull'impegno così come di un'arte ricca di significato. La data segnò l'inizio di un periodo di grande fervore artistico e politico, caratterizzato dall'intreccio creativo costante tra Angry Young Men, New Left e Free Cinema. Impegnato soprattutto nelle regie teatrali, A. fu l'ultimo, tra i cineasti aderenti al Free Cinema, a esordire nel film a soggetto con This sporting life (1963; Io sono un campione). Tratto dal romanzo di D. Storey (un giovane scrittore dell'Inghilterra del Nord, di estrazione operaia), This sporting life, ricognizione di una ruvida, insanabile alienazione proletaria, poté essere realizzato solo grazie al successo che avevano riscosso i film di analogo 'umore' e ambientazione diretti negli anni immediatamente precedenti da Richardson, Reisz e gli altri. Costruito a flashback, ellittico, persino sgradevole nella descrizione del suo protagonista, è un film difficile e tormentato, e probabilmente lo fu anche per il suo autore. Ma l'alternanza sofferta tra un irresolubile pessimismo e l'amore per l'universo descritto rappresentò il cuore di tutti i film di A.: l'aspro If..., l'unico film inglese 'del Sessantotto', su un gruppo di studenti di college che si ribella agli insegnanti e alle autorità, l'irrisolto O lucky man! (1973), un film musicale che annuncia il crollo delle utopie e l'avvento della barbarie. E lo stesso The whales of August (1987; Le balene d'agosto), che stilisticamente sembra rimandarci un A. pacificato, ribolle, nella sua descrizione della vecchiaia (è interpretato da due 'mostri sacri' ottuagenari, Bette Davis e Lillian Gish), di rabbie, desideri, sogni mai sopiti.

Bibliografia

E. Sussex, Lindsay Anderson, London 1969.

J.R. Taylor, Lindsay Anderson, in J.R. Taylor, Directors and direction, London 1975, pp. 69-99.

Ch.L.P. Silet, Lindsay Anderson: a guide to references and resources, Boston 1979.

A. Graham, Lindsay Anderson, Boston 1981.

A. Crespi, Lindsay Anderson, Firenze 1988.

J. Hacker, D. Price, Lindsay Anderson, in J. Hacker, D. Price, Take 10: contemporary British film directors, Oxford-New York 1991, pp. 25-66.

Free cinema e dintorni, a cura di E. Martini, Torino 1991, pp. 19-26, 79-82, 136-38.

E. Hedling, Lindsay Anderson och filmens estetik (Lindsay Anderson e l'estetica del film), Lund 1992.

D. Sherwin, Going mad in Hollywood: and life with Lindsay Anderson, London 1996.

E. Hedling, Lindsay Anderson: maverick film maker, London 1998.

G. Lambert, Mainly about Lindsay Anderson: a memoir, New York 2000.

Vedi anche
free cinema Movimento cinematografico nato in Inghilterra intorno alla metà degli anni 1950. Autori di punta e ideatori ne furono L. Anderson, K. Reisz, T. Richardson, che proclamavano la necessità di uno svecchiamento della cinematografia nazionale e auspicavano la nascita di un cinema libero, poetico, attento ... Karel Reisz Reisz ‹rèis›, Karel. - Regista cinematografico (Ostrava Moravská 1926 - Londra 2002); uno degli iniziatori del "free cinema" inglese, esordì con documentarî, essenziali e precisi, su aspetti della vita quotidiana (Momma don't allow, 1956, con T. Richardson; We are the Lambeth boys, 1958). Passò poi al ... Tony Richardson (propr. Cecil Antonio Richardson, Tony). - Regista (Shipley, Yorkshire, 1928 - Los Angeles 1991). Direttore artistico (1956-65) del Royal Court Theater, ha legato il suo nome al gruppo degli "angry young men" mettendo in scena il primo e più famoso lavoro di J. J. Osborne: Look back in anger (1956). ... John James Osborne Osborne ‹òʃbën›, John James. - Drammaturgo e sceneggiatore inglese (Londra 1929 - Shrewsbury, Shropshire, 1994). Attraverso la sua scrittura e la forza dirompente dei suoi personaggi, soprattutto maschili, mossi da frustrazioni e rabbia verso regole e imposizioni sociali sentite come false e oppressive, ...
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Altri risultati per ANDERSON, Lindsay
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    Enciclopedia on line
    Regista cinematografico e teatrale inglese (Bangalore 1923 - Angoulême 1994). Dopo un'attività di critico si dedicò alla regia con alcuni cortometraggi, attenti allo studio di comportamenti collettivi (Dreamland, 1954), o alla realtà presa dal vivo (Every day except Christmas, 1957). È stato uno dei ...
  • ANDERSON, Lindsay
    Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
    Regista cinematografico britannico (anche teatrale e televisivo), nato a Bangalore (India) il 17 aprile 1923. Personalità fra le più rappresentative del free cinema inglese, si forma alla scuola documentaristica di John Grierson e di Humphrey Jennings, dopo un'attività di critico e di saggista presso ...
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