lotta
Combattimento senza armi
Nello sport, la lotta è un combattimento corpo a corpo di due atleti che cercano di dominarsi a vicenda senza usare armi o attrezzi. È una gara di forza e di destrezza praticata fin dall’antichità e diffusa fra molti popoli, con stili e modalità sostanzialmente simili nei diversi ambienti storico-geografici. Il programma olimpico comprende la lotta greco-romana e la lotta libera: dal 2004 è stata ammessa anche la lotta femminile
La regolamentazione della lotta, ovvero la trasformazione del combattimento reale in competizione sportiva, avviene in epoca molto antica. Nella Tomba degli auguri della necropoli etrusca di Tarquinia (fine 6° secolo a.C.) si riconosce una proiezione (cioè un colpo volto a staccare l’avversario dal tappeto) effettuata in presenza di un terzo personaggio, forse un arbitro o un allenatore. Scene di lotta dipinte sulle pareti di una tomba egizia nella necropoli di Ben Hasan (XI e XII dinastia, alla metà del terzo millennio a.C.) mostrano, invece, che molte delle prese e dei colpi erano simili a quelli della lotta moderna e che, già all’epoca, il combattimento aveva termine quando le spalle di uno dei due lottatori erano bloccate a terra.
Lo sviluppo principale della lotta come attività sportiva si ebbe nella civiltà greca e proprio dal suo nome in greco, pàle, deriva palestra, termine che ancora oggi indica il luogo di allenamento degli atleti. Il combattimento si svolgeva tra due atleti in piedi ognuno dei quali cercava di gettare l’avversario a terra per tre volte. Altri tipi di lotta si effettuavano invece in ginocchio o a terra e in questo caso la vittoria veniva assegnata a quello dei due contendenti che riusciva a bloccare l’avversario con le spalle a terra.
Nell’antica Roma la lotta divenne quello che oggi chiameremmo uno sport professionistico, specialmente nell’ambito dei giochi circensi dell’età imperiale, con corporazioni di lottatori professionisti che venivano reclutati in tutte le province dell’Impero, in particolare in quelle africane.
La lotta greco-romana venne inclusa nel programma delle prime Olimpiadi moderne (Atene, 1896), principalmente perché era tra le discipline più importanti dei giochi olimpici antichi e si pensava di sottolineare così lo stretto legame con gli sport dell’antichità. In realtà, sia la lotta di epoca greca sia quella di epoca romana si svolgevano senza esclusione di colpi ed erano combattimenti decisamente brutali.
La lotta moderna si è sviluppata verso la metà del 19° secolo, in Francia e in Italia, da dove si è diffusa nel resto d’Europa, in America e nel Medio Oriente, a opera soprattutto di lottatori professionisti, spesso molto famosi, quali i francesi Exbroyat e Rossignol-Rollin e l’italiano Basilio Bartoletti, al quale si attribuisce tra l’altro l’introduzione della lotta greco-romana.
Nella lotta greco-romana sono permesse esclusivamente le prese alla testa, alle braccia e al tronco dell’avversario, fino alla cintola. La lotta libera, introdotta nel programma olimpico nel 1904 (Saint Louis, USA), deriva da uno stile di lotta all’epoca molto popolare in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, il catch-as-catch-can («afferra come puoi afferrare») e ammette anche le prese alle gambe e con le gambe. La lotta femminile, specialità olimpica dal 2004 (ai giochi di Atene), è simile alla lotta libera maschile, ma è vietata la presa alla nuca.
Accanto alle specialità olimpiche, codificate a livello internazionale, vi sono diverse lotte tradizionali, quali il sumo giapponese, lo yagli güres turco, la glima islandese, la lotta a caleçon (o Schwingen) svizzera, la s’istrumpa sarda o il gouren bretone. Più recenti, ma in rapida diffusione, sono il wrestling, una lotta-spettacolo spesso volutamente rozza e volgare che deriva dal catch, e il capoeira, uno stile a metà tra lotta e danza sviluppato dagli schiavi africani in Brasile.
Alcune arti marziali orientali potrebbero, a rigor di termini, rientrare nel novero delle lotte, ma hanno tutte seguito uno sviluppo autonomo e indipendente dalla lotta moderna, e ciò è accaduto per via della loro forte connotazione dottrinale.
Colpi: azioni di attacco lecite, volte a conquistare la supremazia o la vittoria sull’avversario.
Rovesciamenti: colpi finalizzati a rovesciare l’avversario portandolo con la schiena al tappeto.
Proiezioni: colpi finalizzati a staccare l’avversario dal tappeto e farlo ricadere di schiena.