Coscioni, Luca. – Uomo politico e attivista per i diritti civili italiano (Orvieto 1967 - ivi 2006). Laureatosi nel 1991 in Economia e commercio presso l'Università La Sapienza di Roma e addottoratosi nel 1994, docente dall’anno successivo di Politica economica presso l’Università degli Studi di Viterbo La Tuscia, nel 1995 ha iniziato la sua carriera politica come consigliere comunale a Orvieto; nello stesso anno gli è stata diagnostica la sclerosi laterale amiotrofica, che due anni dopo lo ha costretto a dimettersi dagli incarichi pubblici. Ritornato alla politica attiva nel 1999 con l’iscrizione al Partito radicale, nell'aprile 2000 è stato candidato della Lista Bonino alle regionali in Umbria e nello stesso anno eletto membro del comitato di coordinamento dei radicali, dove il suo impegno nella battaglia per la libertà di ricerca scientifica ha ricevuto supporto e ampia risonanza: la libertà di ricerca sulle cellule staminali è stata infatti il tema centrale della campagna radicale per le elezioni politiche del 2001, in cui C. è stato candidato capolista alla Camera dei deputati nella lista sostenuta da 49 Premi Nobel, tra cui J. Saramago che ne ha intensamente condiviso impegno e obiettivi, e 510 scienziati. Risale all’anno successivo la fondazione dell’Associazione Luca Coscioni, nata "con lo scopo di promuovere la libertà di cura e di ricerca scientifica, l’assistenza personale autogestita e affermare i diritti umani, civili e politici delle persone malate e disabili, anche nelle scelte di fine vita". Tra gli impegni assunti dall’associazione si citano la campagna referendaria per l’abrogazione della legge sulla procreazione medicalmente assistita approvata nel 2004, la difesa della libertà individuale nelle decisioni di fine vita e la lotta per l’eutanasia legale e per il diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico di cui è stato pioniere il suo copresidente P. Welby, affetto da distrofia muscolare e deceduto nel 2006, e la battaglia per l’approvazione della legge per il testamento biologico che ha avuto nuovo impulso dopo il suicidio assistito in una clinica svizzera cui è stato costretto nel 2017 Fabiano Antoniani, meglio noto come Dj Fabo, tetraplegico e cieco dal 2014 in seguito a un incidente stradale. Autore del testo Il Maratoneta (con prefazione di U. Veronesi e introduzione di J. Saramago, 2004), in cui la passione per la corsa diviene sofferta metafora di uno slancio vitale e di una vocazione alla lotta che la malattia non ha spento, C. è scomparso nel 2006 per una crisi respiratoria; sulla sua vicenda umana il regista M. Leopardi ha diretto nel 2015 il documentario Io, Luca Coscioni.