FILIPPO, Lucio Marcio (Lucius Marcius Philippus)
Importante personaggio politico romano e insigne oratore del torbido periodo che va dalla guerra giugurtina alla morte di Silla. La sua nascita va posta circa l'anno 136 a. C. Cominciò la sua carriera, a quanto pare, con la carica di triumviro monetale attorno ai tempi della guerra giugurtina. Tribuno del popolo nel 104 a. C., propose una legge agraria che non ebbe esito favorevole; nel 100 scese in armi contro Apuleio Saturnino, e al più tardi nel 96 fu pretore. Fu nominato console nelle elezioni del 92 a. C.; poi, entrato in carica col collega L. Giulio Cesare nel 91 a. C., si pose in lotta contro il tribuno M. Livio Druso e la parte del Senato che lo seguiva. Non poté impedire la votazione in blocco delle proposte del tribuno, ma fu tra gli artefici principali dell'abrogazione di esse e della caduta del loro autore. Nell'anno in cui Mario s'impadronì con Cinna del governo in Roma, 86 a. C., fu nominato censore con M. Perperna, e attese al compito dell'iscrizione degl'Italici alla cittadinanza romana. Destreggiandosi con abilità, passò al partito sillano al ritorno di Silla in Italia, e, alla morte del dittatore, si adoperò per la repressione di Lepido in Italia e di Q. Sertorio in Spagna, proponendo in Senato che fosse inviato contro quest'ultimo Cn. Pompeo. Morì intorno al 76 a. C., dopo aver superato con tatto e moderazione tempi sì procellosi, ed essersi guadagnato tra gli oratori del suo tempo il primo posto dopo L. Crasso e M. Antonio. Frammenti e testimonianze in Oratorum romanorum fragmenta, II, Torino 1930, p. 180 segg.
Bibl.: Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, col. 1562 segg.; Th. Mommsen, Römische Gesch., II, p. 132; III, p. 8; C. Neumann, Gsch. Roms während des Verfalles der Republik, Breslavia 1886, p. 140 segg.