Figlia (Roma 1480 - castello di Belriguardo, Ferrara, 1519) di Rodrigo B. e di Vannozza Catanei, promessa allo spagnolo Don Cesare conte di Aversa, fu poi dal padre, diventato papa Alessandro VI, per suggellare l'alleanza con gli Sforza, data in sposa a Giovanni Sforza, signore e vicario della Chiesa per Pesaro (12 giugno 1493). Dopo un breve periodo di felice vita coniugale Lucrezia ritornò a Roma e qui, essendo stato per volontà del papa dichiarato nullo il matrimonio, sposò secondo i nuovi disegni del pontefice, Alfonso d'Aragona, duca di Bisceglie e figlio naturale di Alfonso II re di Napoli. Ma l'alleanza del fratello Cesare con i Francesi distrusse l'opportunità di questo matrimonio e, mentre Lucrezia era nominata governatrice di Foligno e poi di Nepi, si preparava un attentato contro Alfonso. Questi, sfuggito agli sgherri che avevano tentato di assassinarlo nel luglio del 1500, veniva strangolato da uomini di Cesare Borgia il 18 ag. Lucrezia era allora data in sposa ad Alfonso d'Este, primogenito del duca di Ferrara, che dovette, pur riluttante, accettare (30 dic. 1501). Alla corte estense Lucrezia, che fin qui era stata un docile strumento nelle mani del padre e del fratello, fece dimenticare il suo passato e diventò con la sua bellezza e la sua intelligenza ben presto popolarissima. Disinteressandosi della politica e promuovendo invece una fantasiosa ed intellettuale vita di corte, celebrata da poeti come l'Ariosto, il Bembo, il Trissino, raccolse attorno a sé uomini tra i più famosi del Rinascimento. Ma dal 1512 la splendida signora non apparve più circondata dal suo gioioso ed elegante corteggio. La sua vita, per le sventure che colpirono lei e la casa ferrarese, si fece più raccolta: passò lunghi periodi in convento a chiedere perdono "per li peccati de questa nostra etade". A 39 anni morì d'aborto.