Musicista (Lucca 1743 - Madrid 1805). Figlio di un contrabbassista, studiò con l'abate D. F. Vannucci e nel 1757 si recò a Roma per perfezionarsi nel violoncello. A Firenze fondò insieme con G. G. Cambini, P. Nardini e S. Manfredi il primo quartetto stabile di cui si abbia notizia. Nel 1767-68 compì insieme con il Manfredi un giro concertistico in Francia, e a Parigi si pubblicarono sue opere di musica strumentale, accolte con grandissimo favore. Passò poi a Madrid ove diventò compositore di camera del principe delle Asturie; poi, pur restando a Madrid, lavorò per Federico II di Prussia come suo compositore di camera, mandandogli, durante 10 anni (1787-97), trii, quartetti e quintetti. Morto Federico (1797), il B., malato di petto e di nervi, finì nella più nera miseria. Compose una grandissima quantità di musica, ancora in parte sconosciuta: messe, cantate di Natale, i due giovanili oratorî Giuseppe riconosciuto e Gioas re di Giuda, un'opera (La Clementina, 1786), e molti villancicos, e soprattutto molti lavori strumentali, sonate, sinfonie, quintetti, quartetti, trii, ecc. In B. è l'ultima grande espressione della musica per archi di scuola italiana e, al tempo stesso, una delle prime della musica classica da camera, specialmente per il progressivo contributo da lui dato all'assestamento del quartetto (e forme analoghe), per l'annuncio (nelle Sonate per cembalo e violino) di quella tecnica pianistica che il Clementi condurrà a maturazione; per l'influsso esercitato dal suo Concerto per violino sulla consimile produzione mozartiana; per il risolversi - in alcuni degli ultimi quartetti - dello stile quartettistico "di conversazione" in quello stile di "meditazione" che Beethoven inaugurerà con l'op. 59.