Pittore (Firenze 1772 - Milano 1850). A Roma (1788-94) ebbe contatti con Giani, Camuccini, Wicar e Gros. Dal 1808 a Milano, dove insegnò all'accademia di Brera, se ne allontanò solo per brevi soggiorni in Lombardia e Toscana. Si dedicò al disegno e all'incisione (episodî della Divina Commedia, Milano, Civica raccolta Bertarelli; Muzio Scevola dinanzi a Porsenna, Firenze, Uffizi, Gabinetto dei disegni); eseguì decorazioni allegoriche, storiche e mitologiche per palazzi milanesi (Serbelloni, Busca e Arconati) e chiese lombarde (in parte perdute). A Firenze affrescò per il granduca la sala dell'Iliade di palazzo Pitti (1819 - 25) con il Concilio degli Dei; per il principe Rospigliosi restaurò gli affreschi di Giovanni da San Giovanni (Pistoia, cappella Rospigliosi). Notevoli anche il Ritratto di Luigi Lanzi e il suo Autoritratto (Firenze, Uffizi, Gabinetto dei disegni). n Pittori furono anche i suoi figli: Francesco (Firenze 1803 - Milano 1830), formatosi a Roma, collaboratore del padre a Firenze nella sala dell'Iliade di palazzo Pitti (1822), eseguì, tra l'altro, Aiace Oileo (Firenze, palazzo Pitti, Galleria d'arte moderna); Giuseppe (Milano 1813 - Firenze 1843), formatosi a Venezia, è noto per Torquato Tasso che legge il suo poema alla corte di Ferrara e Farinata degli Uberti alla battaglia del Serchio (1842, Firenze, palazzo Pitti, Galleria d'arte moderna); Luigi il Giovane (Milano 1818 - ivi 1899), allievo e collaboratore del padre; Gaetano (m. Milano dopo il 1893), pubblicò le memorie del padre e lasciò al ministero della Pubblica Istruzione il corpus dei disegni (ora, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna).