macchia mediterranea
Un esempio di vegetazione sempreverde
Un groviglio fitto e impenetrabile di arbusti che crescono strettamente addossati tra loro forma la macchia, tipica delle zone che circondano le coste del Mediterraneo. La macchia mediterranea sostituisce il bosco di leccio degradato da tagli e incendi operati dall’uomo ormai da millenni. Lo sfruttamento ulteriore porta alla gariga, chiazze di cespugli più bassi a cui si alternano rocce o terreno nudo
Oltre alle aree che comprendono le coste del Mar Mediterraneo, anche altre zone della Terra hanno il clima di tipo mediterraneo e, in generale, sono situate tra 30 e 40° di latitudine a nord e a sud dell’equatore. Tra queste la California, la zona costiera del Cile, l’Africa meridionale e alcune regioni dell’Australia. Tutte zone dove le piogge cadono in autunno e in inverno, mentre in estate sono scarse o assenti. Inverni miti ed estati brevi e secche sono tipici del clima mediterraneo. In queste particolari condizioni climatiche si sono adattate e vivono spontaneamente per lo più piante sempreverdi con foglie persistenti anche in inverno, perché è raro che questo sia troppo rigido. Sono piante che emettono rametti verdi e giovani foglie esclusivamente in autunno e in primavera, quando le piogge sono più abbondanti e la temperatura più favorevole alla ripresa delle loro attività vitali. In estate, invece, sopravvivono allo stress provocato dalla scarsa disponibilità di acqua perché limitano la perdita d’acqua dalla superficie delle foglie sotto forma di vapore.
Per limitare la traspirazione, queste piante hanno foglie dure o coriacee, rivestite da uno strato ceroso impermeabile, detto cuticola, e dalla superficie piuttosto piccola. Ecco perché le foglie dell’olivo e dell’oleandro sono molto strette, quelle del rosmarino hanno la forma di un ago e quelle di alcuni ginepri sono simili a piccole squame.
Nelle regioni con clima mediterraneo, lungo le coste e fino a circa 700 m sul livello del mare, si sviluppa spontaneamente il bosco di leccio, dominato cioè da questo tipo di quercia sempreverde. Tuttavia, l’azione dell’uomo sempre più invasiva ha ridotto notevolmente la superficie occupata dalle leccete, tanto che oggi è limitata a lembi piccolissimi. Tagli e incendi ripetuti, sin dai tempi antichi, hanno favorito sempre più lo sviluppo di arbusti sempreverdi, che prima occupavano le aree marginali del bosco e che si sono allargati e sono cresciuti fino a formare un groviglio sempre più fitto e impenetrabile che prende il nome di macchia mediterranea. Mirto, lentisco, corbezzolo, alloro e ginepro sono solo alcuni tra gli arbusti sempreverdi più rappresentativi. In base all’altezza delle piante più grandi si distinguono la macchia alta, che raggiunge 445 m con alcuni esemplari di leccio o di quercia da sughero dallo sviluppo arbustivo, e la macchia bassa, alta fino a 2 m, con cespugli di cisto, ginepri o euforbie.
Altri tipi di macchia prendono nome dalla specie dominante, che più di tutte è rappresentata: tra queste, la macchia di leccio, di corbezzolo, di erica o quella a base di cisto, che segue il passaggio del fuoco. Una vegetazione arbustiva sempreverde simile alla macchia è anche detta chapparal in California, maquis in Francia, matoral in Cile e fynbos in Sudafrica.
Tagli e incendi ripetuti sono pratiche che l’uomo continua a utilizzare al fine di aumentare la superficie da adibire al pascolo o alla coltivazione. Tuttavia, è importante sapere che tagli, incendi, pascolo e coltivazioni intensive, protratti per tempi lunghi, rendono il terreno sempre più povero e secco. L’area così sfruttata, una volta abbandonata, non può più assicurare lo sviluppo della macchia, che via via è sostituita da bassi cespugli sempreverdi, alti non più di un metro. Se oggi si osserva il paesaggio mediterraneo in lontananza si vede che comincia a presentare un aspetto del tutto diverso dal passato: il verde intenso che un tempo ricopriva tutta la superficie, grazie al bosco di leccio o alla macchia, è sostituito ora da chiazze tra il grigio e il verde a cui si alternano aree prive di vegetazione, con rocce affioranti, sassi o terreno nudo. Un paesaggio di questo tipo si chiama gariga: in essa predominano piante più resistenti alla siccità e alla luce, come rosmarino, lavanda, cisto, timo o salvia.