Mad
Il fumetto folle
Nata alla metà del Novecento, la rivista di fumetti Mad ha onorato il suo nome perseguendo una comicità un po’ matta, divertita e divertente. Specializzatasi nella parodia di serie famosissime, ha esteso il suo raggio d’intervento a programmi televisivi, film, celebrità d’ogni genere, conquistando un pubblico sempre più vasto
Intorno al 1950 l’editore William M. Gaines, specializzato in fumetti dell’orrore, pensò che sarebbe stato saggio diversificare la sua produzione: i suoi comic books («album a fumetti»), pur se di ottima qualità, non erano ben visti da educatori e genitori. Occorreva inventare qualcosa di più innocuo: Harvey Kurtzman, redattore e sceneggiatore di punta della casa editrice, progettò allora una testata di carattere comico. Fu così che nel 1952 nacque Mad, un titolo significativo, visto che in inglese questa parola significa «matto».
I primi tre numeri non vendettero molto, ma il loro umorismo un po’ folle (oggi lo definiremmo demenziale) piaceva a Gaines, che decise di andare avanti. Il quarto numero si esaurì in pochi giorni, forse perché pubblicava una parodia a fumetti del popolarissimo Superman, ribattezzato per l’occasione Superduperman (duper significa «imbroglione»). Da quel momento Mad cominciò a prendere di mira le serie più famose, da Braccio di Ferro a Topolino. Le parodie erano divertenti e irriverenti, ben disegnate e, in più, ogni vignetta era gremita di buffi particolari che i lettori si divertivano a scoprire. Alcune copertine imitavano quelle di riviste colte, in modo, si spiegava all’interno, «che chi legge Mad in metropolitana dia la falsa impressione di essere una persona seria».
Gli autori di Mad non si ponevano in cattedra, ma si divertivano insieme ai loro lettori, e questa percepibile complicità fu probabilmente all’origine dell’enorme successo del mensile. Con il numero 24, Mad si trasformò in una rivista in grande formato per un pubblico più adulto. Oltre alle parodie dei fumetti, cominciò a ospitare prese in giro di programmi televisivi, di film, di avvenimenti sportivi, insieme a rubriche di garbata satira sociale. Kurtzman lasciò il giornale per dissidi con Gaines, ma un altro abile direttore, Albert Feldstein, insieme alla sua usual gang of idiots, «la solita banda di idioti», come venivano definiti i suoi collaboratori, riuscì a mantenerne l’alto livello qualitativo.
Molte pubblicazioni hanno tentato di imitare Mad, ma a un certo punto hanno dovuto arrendersi, mentre, a più di mezzo secolo dalla sua nascita, la rivista ‘matta’ continua ad affascinare nuovi e vecchi lettori e a offrire un quadro istruttivo sull’American way of life, il «modo di vivere americano».
Le storie a fumetti dedicate ai fumetti si chiamano tecnicamente metafumetti, ossia «al di là dei fumetti». Molti autori si sono cimentati saltuariamente in opere di questo genere. Li’l Abner, per esempio, il protagonista di una famosa striscia umoristica statunitense, era un fanatico lettore del ‘metapersonaggio’ Fearless Fosdick, un poliziotto pasticcione; i lettori di Li’l Abner potevano divertirsi a loro volta leggendo le storie che lui, personaggio di fumetti, leggeva. Winsor McCay, l’autore di Little Nemo, disegnò nel 1904 una famosa tavola in cui un ragazzino chiamato Sammy faceva volare via con uno starnuto i contorni della vignetta in cui era raffigurato: per la prima volta elementi puramente grafici erano stati utilizzati a fini narrativi. Dopo McCay, tutti gli autori umoristici hanno inserito nelle loro storie qualche situazione surreale. L’unica serie interamente dedicata a situazioni metafumettistiche è Sam’s Strip, creata da Jerry Dumas nel 1961. Sam era un impresario/regista di storie a fumetti, riceveva visite di personaggi di altre serie e possedeva armadi pieni di nuvolette e di effetti sonori.