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Madrid

di Claudio Cerreti - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Madrid

Claudio Cerreti

Una città nata capitale

Quello di Madrid è un caso raro: una città fondata perché diventasse una capitale, in una posizione non proprio felice, ma centrale rispetto allo Stato spagnolo. La città è poi cresciuta, per volontà del potere pubblico, fino alla storia più recente, in forme molto ordinate, dignitose, serie, scenografiche, monumentali. In ogni caso, una capitale che ha assolto assai bene il suo ruolo, e che mostra ben riconoscibile lo spirito caratteristico spagnolo – quello, anche, che rende piacevoli e funzionali città grandi e piccole – al di là delle tante differenze regionali che segnano la Spagna. E, al tempo stesso, una città di grandissimo rilievo culturale a livello europeo e mondiale

Un compito preciso

Come città capitale della Spagna (v. anche Spagna, storia della), Madrid ha una storia piuttosto singolare. In genere, una città diventa capitale politica di uno Stato – cioè residenza stabile degli organi centrali dello Stato – in seguito a un processo storico spontaneo che può essere lungo e, spesso, controverso; inoltre, una città emerge e si impone rispetto alle altre, diventando capitale, perché possiede qualche vantaggio speciale, che la fa preferire alle città ‘concorrenti’; infine, una città diventa capitale in maniera quasi insensibile: ci si rende conto a un certo punto, semplicemente, che quella città è la capitale ideale.

Fino all’età moderna, del resto, le capitali quasi non esistevano. I sovrani (che rappresentavano i tre poteri esecutivo, legislativo e giudiziario) si spostavano e ‘portavano con sé ’ la capitale; spesso avevano tre o quattro residenze diverse. E ancora non esistevano ministeri, grandi archivi e strutture burocratiche complesse e numerose che avessero bisogno di una sede fissa.

Quando gli Stati, all’inizio dell’età moderna, cominciarono ad avere certe esigenze, una città – in cui le condizioni di vita, di difesa, di produzione, di approvvigionamento erano adeguate – finì per ospitare sempre più a lungo il sovrano, la corte e i funzionari; vi si costruirono palazzi reali e palazzi per l’amministrazione: quella città diventava, di fatto, la capitale.

Nel caso di Madrid, questo processo non si è verificato. Quando Madrid divenne capitale, la Spagna si stava formando, unificando diversi Stati che avevano lunghe e distinte storie alle spalle e ciascuno una città importante che poteva diventare o già era capitale: Barcellona, Toledo, Siviglia e altre.

Anche per contrastare questa frammentazione pericolosa, il re Filippo II nel 1561 decise di fondare la capitale della Spagna unificata; scelse, cioè, non di utilizzare una delle varie vecchie capitali, ma di crearne una del tutto nuova in modo che rappresentasse proprio la grande novità della Spagna unita.

Al centro

Madrid, quindi, è una capitale fondata e ha una ‘data di nascita’. Certamente tutte le capitali sono state fondate, e tutte le città hanno una data di nascita, che però spesso non si conosce: e quasi mai, costruendo la prima casa, si è creduto di fondare, proprio lì e in quel giorno, una città. È vero che anticamente si fondarono molte città (anche Roma, per esempio), di cui si ricorda la data di fondazione, il fondatore e via dicendo. Ma le città, più spesso, nascono e si sviluppano spontaneamente, e per una serie di circostanze possono anche diventare capitali: Roma stessa non venne fondata per essere una capitale.

Nel caso di Madrid, invece, si trattò appunto di una precisa decisione. L’esempio spagnolo fu seguito, più tardi, anche per Berlino e per San Pietroburgo – pure fondate per essere capitali – e ancora in varie ex colonie europee (sono capitali fondate Washington, Ottawa, Brasilia e molte altre); ma quello di Madrid fu il primo caso di moderna capitale fondata.

Dovendo governare uno Stato improvvisamente cresciuto per dimensione e per potenza, ma ancora fragile, in cui gli antichi Stati (come le Asturie, l’Aragona, l’Andalusia, la stessa Castiglia e via dicendo), e soprattutto proprio le rispettive città principali, erano piuttosto gelosi delle loro prerogative, Filippo II scelse una cittadina rurale di poca importanza, al centro della Penisola Iberica, e vi fece costruire dalle fondamenta la sua capitale.

Il sito non era dei più felici: a una discreta altitudine (quasi 700 m: è la capitale europea a più alta quota), su un altopiano scarsamente piovoso, poco produttivo e pochissimo popolato, bagnato da un modesto fiume a carattere stagionale, con un clima nettamente continentale (molto caldo d’estate, molto freddo d’inverno), lontano dalle grandi vie di comunicazione e dalle regioni economicamente importanti. Però la città risultava al centro dello Stato e Filippo II non ‘premiava’ nessuno dei grandi centri che si contendevano il ruolo di capitale.

La crescita guidata

Dell’insediamento originario non rimane praticamente nulla, a parte la pianta irregolare del quartiere più antico, che ricalca i vicoli dell’antica borgata. Quando Madrid venne proclamata a tutti gli effetti capitale (1607), i lavori di costruzione della nuova città avevano già completamente cambiato l’aspetto del luogo. Vennero costruiti un palazzo reale con un parco, e molti edifici per la Corte allineati lungo una serie di strade rettilinee che, con la grande e bella Plaza Mayor, avevano la funzione di guidare e sostenere lo sviluppo edilizio. Tra Seicento e Settecento si ebbero molti altri lavori di ampliamento. Nel Settecento, in uno stile tardo-barocco, al posto dell’antica fortezza araba (alcázar) venne costruito un maestoso nuovo palazzo reale su progetto di grandi architetti italiani; molti altri edifici pubblici, decine di monasteri, chiese e residenze di grandi famiglie aristocratiche ripresero lo stesso stile, che sarebbe diventato caratteristico un po’ di tutta la città. Nel secolo seguente la città si estese ancora, lungo grandi viali (come il Paseo del Prado), spesso alberati.

All’inizio dell’Ottocento, Madrid ancora aveva soltanto 150.000 abitanti: molto meno delle altre capitali europee di grandi Stati; un secolo più tardi, nonostante un’accelerazione dello sviluppo, superava di poco il mezzo milione. Se si prende in considerazione tutto il periodo dalla fondazione in avanti, si tratta certamente di una crescita straordinaria, ma ancora insufficiente a qualificare Madrid come grande città.

Dopo il 1940 – con la fine della guerra civile spagnola – una decisa azione governativa portò a risanare i danni della guerra in città e a industrializzare i dintorni. Madrid cominciò ad attrarre manodopera dalle regioni rurali in misura mai vista prima e il sistema industriale della città crebbe fino a rivaleggiare con quello di Barcellona. All’inizio degli anni Cinquanta, Madrid era diventata, con oltre 1.600.000 abitanti, la più popolosa città spagnola.

La metropoli

L’espansione della città proseguì vigorosamente ancora in seguito, tanto che il comune di Madrid venne molto ampliato, inglobando parecchi comuni circostanti, nei quali si insediavano le imprese industriali e andavano ad abitare i nuovi immigrati. Negli ultimi anni, addirittura, come succede in tutte le grandi città occidentali congestionate, la popolazione ha preso a spostarsi lontano dall’area urbana.

Del resto, ormai, la città vera e propria ha una popolazione di 3.017.000 abitanti e l’insieme dell’area metropolitana 5.103.000: uno spagnolo su otto vive a Madrid.

Le attività economiche prevalenti, nonostante il grande peso che ha acquistato l’industria (rappresentata in quasi ogni ramo produttivo), e a parte le attività edilizie, sono quelle amministrative e commerciali. Accanto a queste, la città ha sviluppato attività direzionali e di ricerca di grande importanza – non solo per la Spagna, ma a livello internazionale –, che si appoggiano anche alle strutture di due grandi università e alla grande Biblioteca Nazionale.

Le comunicazioni stradali sono state molto potenziate, così che oggi Madrid si trova al centro di una raggiera di grandi strade che la collegano con tutte le regioni spagnole, mentre l’aeroporto internazionale è fra i più importanti d’Europa. La città, soprattutto negli ultimi due decenni, si sta proponendo sempre più come metropoli europea, in collegamento stretto con le regioni più produttive dell’Unione europea.

Madrid è anche un notevole centro turistico, soprattutto per la presenza di uno dei più antichi e ricchi musei di belle arti del mondo: il Museo del Prado. Accanto a questo, continuamente ingrandito negli ultimi decenni, altre importanti collezioni – come quelle del Museo archeologico nazionale – richiamano l’attenzione di molti visitatori.

Come in tutte le altre città spagnole, i turisti, poi, trovano anche un’atmosfera vivace, simpatica e ospitale che rende piacevole ogni soggiorno.

Vedi anche
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Indice
  • 1 Un compito preciso
  • 2 Al centro
  • 3 La crescita guidata
  • 4 La metropoli
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Vocabolario
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salmanticènse
salmanticense salmanticènse agg. e s. m. e f. [dal lat. Salmanticensis, agg. di Salmantĭca «Salamanca»]. – Della città di Salamanca nella Spagna occid. (a nord-ovest di Madrid); abitante, originario o nativo di Salamanca. In partic.: teologi...
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