Antropologo e sociologo francese (Épinal 1872 - Parigi 1950). Insieme allo zio Émile Durkheim, a Lévi-Bruhl e all'intero gruppo della rivista L'Année sociologique (1898), è da considerarsi tra i fondatori della moderna antropologia francese, nonché tra gli ispiratori delle prospettive strutturaliste e tra i pensatori che più hanno influenzato lo sviluppo dell'antropologia sociale britannica. Prendendo gradualmente le distanze dal metodo di spiegazione "genetica" proposto da Durkheim, M., specie dopo la morte di questi, contribuì a creare uno statuto autonomo della scienza etnologica, intesa tanto come riflessione globale su determinati fatti sociali, quanto come inchiesta concreta e diretta, volta all'indagine di reali situazioni sociali. Professore all'École pratique des hautes études (1901), tra i fondatori dell'Institut d'ethnologie dell'università di Parigi (1925) e membro del Collège de France dal 1931, M. fu il maestro della prima generazione di etnografi francesi (Devereux, Dieterlen, Griaule, Leiris, Metraux, Paulme, tra gli altri), contribuendo in maniera determinante allo sviluppo delle loro importanti ricerche sul campo. Il contributo di M. consiste nell'aver messo alla prova, di fronte a situazioni concrete, l'apparato concettuale elaborato da Durkheim e dal gruppo de L'Année sociologique, mettendo in secondo piano gran parte del bagaglio di tipo evoluzionista che ancora lo caratterizzava, e spingendo i diversi ricercatori a considerare i fatti sociali non più nella loro derivazione da situazioni più semplici, ma nella loro interrelazione con l'insieme dell'organizzazione sociale. Centrale in questo mutamento di prospettiva è la nozione di fatto sociale totale, che si dimostrerà particolarmente feconda nel noto Essai sur le don (1923), fondamentale per gli studî di antropologia della parentela e di antropologia economica. Altro aspetto essenziale dell'opera di M. è l'attenzione teorica, metodologica ed epistemologica al lavoro etnografico, esplicitata nel Manuel d'ethnographie (1947; trad. it. 1969), tratto dai suoi corsi universitarî e pubblicato da alcuni allievi. Caratterizzati da una serie di importanti intuizioni, e dalla capacità di cogliere problemi e trattare argomenti (la costruzione culturale della nozione di persona; le tecniche del corpo; il concetto di reciprocità) nodali per la riflessione antropologica, il pensiero e l'insegnamento di M. hanno avuto un'influenza concreta, operativa e immediata nella nascita dell'antropologia moderna, al punto da essere presi come iniziale momento ispiratore da parte di approcci antropologici tra loro, spesso, contrapposti. Tra i suoi lavori: Le suicide (1897) e Des quelques formes primitives de classification (1902-03), in collaborazione con Durkheim; Le sacrifice (1899) ed Esquisse d'une théorie générale de la magie (1902-03), in collaborazione con Hubert; Essai sur les variations saisonnières des sociétés Eskimos (1905-06), in collaborazione con Beuchat; Rapports réels et pratiques de la psychologie et de la sociologie (1924-25); Effet physique chez l'individu de l'idée de mort (1926); Les techniques du corps (1936).