Marco Aurelio
L’imperatore filosofo
Marco Aurelio fu un imperatore colto e raffinato, educato secondo i principi della filosofia stoica che insegnava ai suoi adepti un fortissimo senso del dovere. Egli fu autore di un libro di riflessioni intitolato A sé stesso: sfogliandolo si può constatare quanto debba essere stata dura la sua vita, passata quasi interamente sui campi di battaglia
Marco Aurelio Antonino fu imperatore dal 161 al 180. Egli salì al trono in seguito all’adozione da parte di suo zio Antonino Pio. La pratica di adottare il successore al trono nell’ambito di una cerchia piuttosto allargata di parenti divenne molto diffusa nel corso del 2° secolo d.C.: Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Lucio Vero sono tutti imperatori che salirono al trono per adozione. Proprio Marco Aurelio interromperà questa consuetudine designando alla successione suo figlio Commodo. L’Impero Romano, quindi, venne retto per tutto il 2° secolo da imperatori adottivi, tra i quali figura la dinastia degli Antonini, comprendente Antonino Pio (138-161), Marco Aurelio (161-180) con Lucio Vero (161-169) e, infine, Commodo (180-192).
Si ritiene generalmente che l’età degli imperatori adottivi segni l’apogeo dell’Impero Romano (Roma antica): dopo le grandi conquiste di Traiano, che portarono l’Impero a raggiungere la sua massima estensione territoriale, il lungo periodo di pace quasi ininterrotta fino alla fine del regno di Commodo avrebbe garantito un periodo di prosperità senza precedenti. È questa l’immagine che le fonti storiche tendono a darci.
Si tratta di un’immagine corretta, nella sostanza, ma forse troppo ottimistica e unilaterale. I motivi di questo ottimismo sono molteplici e complessi, primo tra tutti l’ottimo rapporto che i sovrani riuscirono generalmente a instaurare con il ceto dei senatori, i quali erano poi coloro che scrivevano la storia: gli imperatori adottivi godettero di quella che oggi verrebbe chiamata una ‘buona stampa’.
Proprio il regno di Marco Aurelio è emblematico di come, sotto l’apparenza di una tranquilla prosperità, covassero i germi di una crisi che non avrebbe tardato a farsi sentire in tutta la sua drammaticità.
Marco Aurelio (nato nel 121), fu indicato da Antonino Pio come suo successore al trono assieme al fratello minore, Lucio Vero. Quando dunque Antonino Pio morì, il 26 aprile del 121, i due fratelli subentrarono al potere. Marco Aurelio aveva maggiore autorità del fratello, essendo più anziano, e sposò nel 145 Faustina Minore, figlia di Antonino Pio.
Durante tutto il suo lungo regno Marco Aurelio fu duramente impegnato contro le popolazioni germaniche, ma ebbe la fortuna di poter affidare a un comandante valente e, soprattutto, leale, l’altro confine minacciato: quello dell’Eufrate, in Oriente. Qui Lucio Vero diresse le operazioni con buona fortuna fino all’anno della morte, nel 169, anche se i maligni affermavano che il merito era tutto del suo generale Avidio Cassio.
In questi anni, nonostante il crescente attivismo dell’Impero partico, Roma non solo non subì invasioni o sconfitte in Oriente, ma poté addirittura ampliare la sua sfera di influenza, arrivando a saccheggiare la capitale partica, Ctesifonte, nel 166.
La situazione sul fronte europeo era per molti aspetti simile: anche qui le tribù germaniche erano in fermento e Marco Aurelio dovette reagire con tre grandi spedizioni militari (167-169, 170-175, 178-180). La prima fu intrapresa a seguito di una incursione dei barbari che, nel 167-168, riuscirono a mettere a ferro e fuoco ampie regioni della Pianura Padana.
Queste spedizioni, dirette in particolare contro Sarmati, Quadi e Marcomanni, ottennero gli scopi prefissati, cioè di garantire la sicurezza dei confini dell’impero. Furono però imprese molto difficili, che non di rado misero in pericolo la vita stessa dell’imperatore: nel 174, alla notizia (falsa) della morte in battaglia di Marco Aurelio, Avidio Cassio, l’eroe della guerra contro i Parti, si proclamò imperatore in Siria, e questa ribellione mise veramente in crisi il sistema imperiale. L’uccisione dell’usurpatore da parte dei soldati, nel 175, evitò una sanguinosa guerra civile che sembrava ormai inevitabile.
Marco Aurelio morì a Vindobona (corrispondente all’attuale Vienna), nel 180, mentre preparava l’ennesima spedizione contro i Marcomanni.