METZ (pron. mess; A. T., 32-33-34)
Città della Francia nord-orientale, capoluogo del dipartimento della Mosella, situata a 180 m. s. m., alla confluenza della Seille con la Mosella, che qui si divide in due rami. Il nucleo primitivo, in cui sono i principali edifici della città, sorto in origine tra la riva sinistra della Seille e il ramo orientale della Mosella, si è poi sviluppato fino a raggiungere la riva destra della Mosella; la parte antica e la nuova sono allacciate da numerosi ponti. Il centro, a pianta irregolare e con vie strette fiancheggiate da antichi edifici e abitazioni, alcune delle quali risalenti al sec. XII, è attraversato da NE. a SO. dalla Rue Serpenoise, la principale arteria di Metz. Sulla Piazza d'Armi sorgono la bella cattedrale gotica, visibile da ogni punto della città, e il palazzo municipale della fine del sec. XVIII. Caratteristica è la stretta e lunga piazza di San Luigi circondata da case con bassi porticati. Nella parte sud-ovest di Metz si distende fino alla Mosella il bel giardino dell'Esplanade. Sede di uno dei più antichi vescovadi della Lorena, Metz possiede una biblioteca ricca di 100.000 volumi e di molti manoscritti e incunabuli, e un museo che comprende, oltre a una raccolta di pitture, collezioni mineralogiche e zoologiche.
Metz ebbe sino dai più remoti tempi importanza strategica, dovuta alla sua posizione nel punto d'incrocio d'importanti vie di comunicazione, che seguendo il corso della Mosella uniscono la Francia alla Germania; la costruzione, fatta dalla Germania dopo la guerra del 1870, di una cintura di forti, aumentò ancora l'importanza militare della città. Ne venne però ostacolato il suo naturale sviluppo, tanto che, mentre nel 1890 contava 60.186 ab., ne aveva soltanto 58.000 nel 1900. Una notevole ripresa si è avuta dopo il suo ritorno alla Francia: Metz ha ora (1931) 78.767 ab. Si è avuto pure un notevole sviluppo economico, per essere la città al centro di una ricca zona mineraria e nodo ferroviario importante.
Monumenti. - Il monumento principale di Metz, la cattedrale di S. Stefano, sorge dove già nel sec. V era un oratorio dedicato al santo. Si compone di due parti, di data diversa, ma assai omogenee di stile. La prima parte è formata dalla navata, costruita dal 1220 al 1380, ma soprattutto nel sec. XIV. Principale architetto sembra esserne stato Pietro Perrat (morto nel 1400), che lavorò anche alle cattedrali di Toul e di Verdun e che a Metz costruì inoltre la chiesa dei Grands-Carmes. La seconda parte della cattedrale è formata dal transetto e dal coro, eretti dal 1486 al 1520. Caratteristica della chiesa è l'altissima navata maggiore con galleria traforata, ispirata a quella della cattedrale di Troyes: tutta la parte superiore dell'edificio è un'immensa vetrata. L'insieme della costruzione palesa, sotto varî aspetti, l'influsso dell'architettura della Champagne, come nel transetto e nel coro con deambulatorio e tre cappelle a raggera. La splendida serie di vetrate appartiene soprattutto al sec. XVI. All'esterno, le due torri del capitolo e della "Mutte" fiancheggiano la navata alla quarta campata. Il portale principale, di stile classico, era stato costruito dal Blondel nel sec. XVIII; nel 1900, durante l'occupazione tedesca, fu distrutto e sostituito da un portale pseudo-gotico, nel quale l'imperatore Guglielmo II si fece ritrarre in figura del profeta Daniele. Tra gli altri edifici religiosi del Medioevo, vanno citate le chiese di S. Vincenzo, di S. Martino, ecc., e soprattutto la cappella a pianta ottagonale dei templari, opera del sec. XII, simile a quella di Laon.
L'architettura religiosa classica è rappresentata dalla chiesa di Notre-Dame, già dei gesuiti, cominciata nel 1665, e dalla chiesa dei Petits-Carmesi a cupola, opera dell'architetto italiano Giovanni Betto (1670).
Per l'architettura civile sono da ricordare i resti delle mura medievali e soprattutto delle fortificazioni del Vauban, oltre a numerosi palazzi e case (palazzo detto di Saint-Livier, sec. XIII) e i grandi lavori urbanistici eseguiti dal Blondel nel sec. XVIII, come la Place d'armes che si apre accanto alla cattedrale, circondata da edifici, di cui rimangono solo il municipio e il corpo di guardia.
Il Museo d'antichità e di pittura contiene una ricchissima collezione lapidaria dell'epoca gallo-romana (colonna al gigante di Merten, grande bassorilievo di Mitra proveniente da Sarrebourg); numerosi oggetti d'arte del Medioevo (tavoletta d'avorio dell'evangeliario d'Adalbéron, sec. X) e una piccola galleria di quadri, specialmente di ritratti di Rigaud, Duplessis, Greuze, ecc.
Storia. - Appare nella storia solo alla fine del sec. I, come oppidum dei Mediomatrici, sotto il nome di Divodurum. Diventata civitas, nella organizzazione della Gallia romanizzata, Metz venne a fare parte della provincia Belgica e godette fino alla metà del sec. III di una pace e di una prosperità testimoniata lungamente dagl'imponenti resti della civiltà romana. Nei documenti dei secoli IV e V essa compare col nome di Mettis. Al principio del sec. III va riportata secondo il Duchesne la fondazione della chiesa di Metz, e da quel tempo in poi Metz venne a dividere i destini dell'Austrasia al tempo dei re Merovingi e dei Carolingi.
Il 37° vescovo di Metz Chrodegang, consacrato il 30 settembre 742, appartenne alla famiglia dei Pipinidi, occupò la carica di cancelliere alla corte di Carlo Martello e fece una riforma del clero, organizzando con una regola i capitoli. Drogone, figlio di Carlomagno, fu anche egli vescovo di Metz dall'823, ed ebbe una parte importante negli avvenimenti che segnalarono la decomposizione dell'impero carolingio. In parte a questi personaggi, si deve lo sviluppo della cultura e dell'arte cristiana a Metz.
Incorporata nella Lorena carolingia, Metz divise i destini di questo paese. Sul principio del sec. XII, verso il 1130, essa si affrancò e si atteggiò a città libera contro il vescovo, che, dalla metà del sec. IX, vi rappresentava il potere principale. Il comune vi fu creato in seguito a un sollevamento contro il vescovo Stefano di Bar e con una carta accordata dal vescovo Bertram e confermata da Federico I. Le sue libertà furono rinnovate ancora nel secolo XV.
Il capo scabino (maître échevin) vi era nominato ogni anno, ma i suoi poteri amministrativi, politici e giudiziarî erano molto vasti; però al potere, prima a vita e poi annuale, del capo scabino venne a contrapporsi in ultimo l'azione dei pariages, ossia raggruppamenti di famiglie patrizie della città. I conti ereditarî di Metz, apparsi durante la decomposizione dell'impero carolingio, non esistevano più dal 1223, quando morì Tibaldo I, duca di Lorena; ma il vescovo Giovanni d'Apremont ne rivendicò i diritti, e ciò provocò dissensi col comune, risolti nel 1234 con la mediazione del vescovo di Toul. In seguito ai prestiti fatti dalla città a grandi, laici ed ecclesiastici, ebbe origine la guerra scoppiata nel 1324 fra Metz, l'arcivescovo di Treviri, il duca di Lorena e il conte di Bar. La liquidazione delle spese di questa guerra suscitò una rivolta del comune contro l'aristocrazia: ne seguì poi un'altra nel 1347, soffocata in modo brutale dai pariages; e, durante il sec XV, un francescano, frate Guglielmo, eccitò di nuovo la lotta delle classi con le sue prediche, fino a che venne condannato da Roma (1429) ed esiliato in Corsica (1432). Minaccioso per Metz fu lo sviluppo del potere del duca di Lorena. La guerra condotta da Renato d'Angiò, sostenuta dai contingenti francesi, finì con la pace del 5 marzo 1445, che non fece che annullare i crediti di Metz sulla casa di Lorena. Tuttavia Metz era venuta in contatto diretto con la Francia e la Borgogna, e questo fu il principio di un'evoluzione che si affermò sotto Luigi XI, senza però annullare le pretese dei duchi di Lorena, che tornarono all'offensiva nel 1473, nel 1482, e nel 1489.
Nel sec. XVI apparve a Metz il protestantesimo (1542) e soprattutto si fecero sentire gli effetti del grande conflitto tra la Francia e l'impero con l'occupazione fatta di sorpresa di Metz dai Francesi l'anno 1552. Invano Carlo V tentò di riprendere la città e Metz fu francese fino alla guerra franco-germanica nel 1870-71. Nel secolo XVII, la città fu sede del parlamento creato per la provincia dei Tre Vescovadi (des Trois êvéchés) nel 1633 da Luigi XIII e venne fortificata da Cormontainge su un piano di Vauban. Con l'adesione progressiva alle idee della rivoluzione, Metz riprese una parte della sua prosperità del passato, e a ciò gli Ebrei contribuirono non poco. Diventata nel 1790 capoluogo del dipartimento della Mosella, subì assedî memorabili: nel 1814 e nel 1815. Sul principio della guerra franco-prussiana, vi si rinchiuse il maresciallo Bazaine e vi capitolò il 27 ottobre 1870. La città, incorporata con la Lorena nell'impero germanico, ne fu distaccata dal trattato di Versailles nel 1919, che l'ha riunita alla Francia.
Opere fortificatorie di Metz. - La posizione di Metz è adatta per comandare le comunicazioni che collegano Thionville con Nancy e Sarrelouis e Sarrebruck con Parigi.
Le fortificazioni costruite dal Vauban avevano conferito alla città, sino alla guerra franco-tedesca del 1870-71, le caratteristiche di un importante baluardo sulla frontiera nord-orientale della Francia. Oltre la vecchia cinta bastionata coi due attigui fortini di Moselle e Bellecroix, aveva otto forti distanti da 3 a 4 km. dalla cittadella, alcuni assai vicini tra loro, specialmente quelli situati a ovest della città e formanti nel complesso un circuito di circa 25 km.
Dopo la cessione, per il trattato di Francoforte, dell'Alsazia e della Lorena alla Germania, questa diede un grande impulso alle opere fortificatorie di Metz, non solo per orientarle verso ovest secondo la nuova situazione, ma per farne una potente piazzaforte e costituire lungo la media Mosella una regione fortificata, in collegamento con le due nuove opere di Thionville (il forte di Guetrange e quello di Illange). Questi lavori di fortificazione dovevano servire a chiudere gli accessi occidentali della Lorena, per coprire i concentramenti delle forze tedesche in caso di mobilitazione.
Nel 1892 fu in gran parte demolita l'antica cinta bastionata, conservando però i vecchi forti Moselle e Bellecroix, situati rispettivamente sulla sinistra della Mosella e sulla destra della Seille; e s'intraprese poi la costruzione di nove complessi fortificati (denominati dai Tedeschi "feste"), ciascuno dei quali costituito da costruzioni ben dissimulate comprendenti in genere due batterie corazzate per tre obici e due batterie per tre cannoni in torri girevoli.
Passarono così in seconda linea i preesistenti otto forti perimetrali e la nuova più ampia cerchia venne a distare da 4 a 10 km. dalla città, con uno sviluppo di oltre 60 km. e con intervalli variabili da uno a 8 km. tra forte e forte.
Sino dal 1889, le opere furono prevalentemente organizzate con criterio offensivo; ma poi si orientarono verso la difensiva in considerazione della potenza ognora crescente delle artiglierie. Vi trovarono perciò largo impiego il calcestruzzo, il cemento armato, le corazzature. Ampio sviluppo ebbero pure le organizzazioni per la difesa ravvicinata e per il fiancheggiamento dei reticolati circondanti le "feste". I vecchi forti della linea interna vennero rinforzati e le loro artiglierie ebbero installazioni in torrette girevoli; tra i forti si costruirono batterie interrate. La piazzaforte così saldamente fortificata venne integrata da numerose difese accessorie, da grandi magazzini, da estesa rete di comunicazioni interne. Di più, oltre la cerchia, a circa 9-12 km. dalla città, a cavaliere della Mosella (fronti nord e nord-ovest) e a cavaliere della Seille (fronti sud e sud-ovest) furono preparate linee avanzate con opere di struttura campale.
All'inizio del conflitto europeo, ben 98 pezzi di artiglieria erano in torrette corazzate, e di essi 60 nelle opere situate sulla sinistra della Mosella. I lavori di fortificazione della piazza di Metz furono continuati durante la guerra fino al 1916 per rinforzare le opere e per meglio assicurare la difesa degl'intervalli tra i forti.
La Francia sta ora provvedendo all'assetto difensivo dei dipartimenti che, per il trattato del 1919, le sono stati restituiti; e così, il campo trincerato di Metz, per la sua importante posizione geografico-strategica e per le sue numerose opere, già orientate nuovamente verso est, viene a essere un potente baluardo sia per arrestare attacchi di grande stile, sia per costituire un valido ausilio agli eserciti operanti offensivamente.
Circa le operazioni svoltesi attorno a Metz dall'agosto all'ottobre del 1870, v. franco-prussiana, guerra.
Bibl.: J. Worms, Histoire de la ville de Metz, Metz e Parigi 1863; D. Leclercq, in Dictionnaire d'archéologie chrétienne, fasc. CXVIII, Parigi 1933, 54, s. v. metz; P. Mendel, Les atours de la ville de Metz, Parigi 1932; G. Zeller, La réunion de Metz à la France, Parigi 1926, voll. 2; id., Das Elsass-Lothringen, voll. 3, Strasburgo 1898-1903, II, p. 651 segg.; Contamine, Metz et la Moselle de 1815 à 1870, Parigi 1932; A. Boinet, Metz, in Congrès archéologique de France, Metz, Strasbourg, Colmar, 1920, Parigi 1921; M. Aubert, La cathédrale de Metz, Parigi 1930; J. Lejaux, La place d'Armes de Metz, Parigi 1920.