Buonarroti, Michelangelo
Architetto, scultore, pittore, poeta, nato a Caprese, od. Caprese Michelangelo, nel 1475 e morto a Roma nel 1564. Nonostante l’obiettiva condivisione di decisive esperienze politiche e intellettuali (condivisione che, nel caso del savonarolismo, significa però sostanziale antitesi di valori), del tutto occasionali e incidentali sono, allo stato attuale della documentazione, le relazioni attestate fra B. e Machiavelli. Si riducono in effetti a un episodio di rilievo minimo: durante la legazione del 1506 presso la corte papale in itinere per l’Italia centrale, M. richiese alla Signoria danari per pagare le staffette. Per lettera datata 5 settembre, Biagio Buonaccorsi gli comunica: «vi ho mandato per Michelagnolo scultore quelli danari» (in Guidi 2003-2004). E il giorno dopo: «arete, per mano di Michelagnolo scultore, ricevuto li denari della staffetta» (Lettere,p. 130). Ma l’11: «Quando io credevo che Michelagnolo vi avessi dato quelli danari, per uno suo omo mi furono riportati, dicendomi che era tornato indietro per buona cagione» (Lettere, p. 134). La ‘buona cagione’ è certamente da ricercarsi nella grave tensione che in quei mesi segnava i rapporti fra l’artista e Giulio II. Del rimanente, la figura di B. ha suggerito agli studiosi di M. paralleli retorici (Tommasini 1883-1911, 1° vol., p. 175: «un titano a petto d’un altro titano»; Renaudet 1956, p. 74: «poète et [...] voyant, par là Machiavel [...] peut s’entendre avec Michel-Ange») e mere suggestioni: «il David michelangiolesco, nudo, senz’alcun arma che non sia sua [... a M.] istilla probabilmente la bella immagine ch’ei pone nel libro del Principe» (Tommasini 1883-1911, 2° vol., p. 365; ma il David di M., oltre che di fionda, è armato di coltello). Documento di una sottile polemica (certo, non personale) è invece il paragrafo iniziale del proemio ai Discorsi, dove si rileva il contrasto fra l’oblio dell’antica virtù civile romana e il culto tributato persino a «un frammento d’una antica statua», «comprato a gran prezzo per averlo appresso di sé, onorarne la sua casa, poterlo fare imitare da coloro che di quella arte si dilettano».
Bibliografia: O. Tommasini, La vita e gli scritti di N. Machiavelli nella loro relazione col machiavellismo, 2 voll., Torino-Roma 1883-1911; A. Renaudet, Machiavel, Paris 1956; R. Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli, Roma 1954, Firenze 19787, p. 476; A. Guidi, Due inediti dell’epistolario machiavelliano, «Annali dell’I.I.S.S.», 2003-2004, 20, pp. 74-76.