RICCI, Michelangelo
Matematico, nato a Roma il 3 febbraio 1619, morto ivi il 4 maggio 1682. Datosi alla vita religiosa, raggiunse, per la sua dottrina e per la sua austerità, i più alti gradi. Fu segretario della Congregazione delle Sacre indulgenze e delle reliquie; da Alessandro VII fu nominato qualificatore e poi consultore del S. Uffizio; e Innocenzo XI lo elevò alla porpora il 1° settembre 1681. Ebbe a maestro E. Torricelli, durante la permanenza di questo a Roma, e diventò tanto perito nelle matematiche che tutti gli scienziati dell'epoca furono legati in intimità con lui e da ogni parte si ricorreva al suo giudizio. L'Accademia del Cimento lo richiese più volte di consigli e G. Alfonso Borelli lo chiamò a giudice nella disputa con S. degli Angeli e Giambattista Riccioli sulle leggi dell'urto. Fondò e diresse con Francesco Nazzari e poi con Giovanni Ciampini il Giornale dei letterati. Le lettere sue finora note, specie quelle a Torricelli, mostrano in lui acutezza d'ingegno nel trattare e risolvere le più svariate questioni scientifiche.
Pubblicò nel 1666 un opuscolo, nel quale, con i metodi classici, determina il massimo del prodotto xm(a − x)n e applica il risultato alla costruzione della tangente alle curve ym = axn. Molti suoi manoscritti si trovano nella Biblioteca Vaticana.
Bibl.: A. Fabbroni, Vitae italorum doctrina excellentium, II; D. Besso, Sopra un opuscolo di M. R., in Period. di mat., VIII (1892).