Architetto (Verona 1484 - ivi 1559), esponente di spicco di una famiglia di muratori-architetti originarî di Porlezza (Como) attivi nei secc. 15º-16º. Il padre, Giovanni (m. 1493 circa), si trasferì nel 1482 a Verona per collaborare insieme con il fratello Bartolomeo ai lavori della Loggia civica. Il cugino Matteo (n. 1480 circa - m. dopo il 1528) e il nipote di questo Gian Girolamo (Verona 1513 - Famagosta 1559) imitarono e proseguirono l'attività di Michele specialmente nel campo dell'architettura militare. Cresciuto nel clima veronese, caratterizzato dalla presenza di fra Giocondo e di G. M. Falconetto, S. educò la sua formazione di architetto soggiornando a Roma, a partire dal 1500 circa. Il contatto con i monumenti classici, con l'intensa e condizionante attività di Bramante e la stretta amicizia con Antonio da Sangallo il Giovane contribuirono alla sua evoluzione linguistica. Già dal 1509 fu capo maestro dell'opera del duomo a Orvieto, città in cui rimase per circa diciotto anni. Nel 1519 gli venne assegnato il proseguimento dei lavori per il duomo di Montefiascone. Intorno al 1526 ebbe incarichi di restauro e fortificazione delle rocche pontificie in Emilia e in Romagna. Tornato (1527, dopo il sacco di Roma) nel Veneto, fu, con J. Sansovino, uno dei maggiori diffusori nell'Italia settentrionale del classicismo architettonico romano. Ed è, infatti, nei palazzi Lavezola-Pompei (1527-35 circa), Canossa (1529-37), Bevilacqua (prima del 1532), nella Porta del Palio (1548-59), nella Cappella Pellegrini in S. Bernardino (circa 1527-57) a Verona o nel palazzo Grimani sul Canal Grande (iniziato nel 1557) a Venezia, che S. rielaborò genialmente l'esperienza romana anche in virtù della forte influenza esercitata su di lui da S. Serlio e dai disegni di B. Peruzzi. Nel Veneto e nei dominî veneziani, inoltre, svolse la sua migliore attività di architetto-ingegnere militare: fortificazioni di Verona (1527 circa), Zara (1534-37), Cattaro (1547 circa), Capodistria (1550), Sebenico (1556); nel 1537-38 e nel 1542-43 fu attivo a Corfù e dal 1538 al 1540 a Creta, dove elaborò fortificazioni per le cittadelle dell'isola. Negli ultimi anni tornò all'architettura ecclesiastica con i progetti per la chiesa della Madonna di campagna (1559-61) e per la cupola e il campanile di San Giorgio in Braida (prima del 1559) a Verona.