Mistero
Il senso nascosto della vita che sfugge alla ragione
Di mistero si parla in tutte le tradizioni religiose per designare la sfera della vita divina distinta da quella umana.
Il cristianesimo designa Gesù Cristo come mistero di Dio che viene rivelato all’uomo perché ne diventi partecipe. Se la cultura moderna tende a contrapporre al mistero la luce della ragione, la sensibilità odierna ha riscoperto il significato positivo e creativo dell’orizzonte di mistero che avvolge il destino dell’uomo
Il mistero ha da sempre a che fare con la religione. In particolare si parla di misteri, al plurale, in diverse forme di religiosità che fioriscono tra l’8° secolo a.C. e il 3° secolo d.C. in Persia, in Egitto, nell’Asia Minore, in Grecia e poi nell’Impero Romano. Tali forme di religiosità nascono dal desiderio di un rapporto diretto e personale con la divinità, che resta avvolta per gli uomini nell’oscurità. I misteri sono verità sugli dei e sulla vita che aspetta l’uomo oltre la morte, che vengono comunicate nel segreto. Per diventarne partecipi è necessario purificare la mente e il cuore e ascoltare con venerazione gli insegnamenti di coloro ai quali sono stati rivelati.
I più celebri sono i misteri eleusini (dalla città di Eleusi, in Grecia). Alla loro origine vi è il mito che racconta della bellissima fanciulla Persefone (Proserpina per i Romani), figlia di Demetra (la romana Cerere), dea della terra e della fertilità, e di Zeus (il romano Giove), re di tutti gli dei. Essa – narra il mito – mentre coglieva fiori in un prato presso il Monte Nisa, in Sicilia, fu rapita da Ade e condotta in sposa nel regno di questi, il regno dei morti. Dopo una lunga ricerca Persefone fu ritrovata dalla madre e ottenne di tornare al regno della vita, sulla terra, per la metà di ogni anno, in primavera e in estate. Il significato è chiaro: alla morte succede sempre una nuova vita, come dopo l’inverno torna la primavera. Accedendo ai misteri, attraverso precisi atti di culto che esprimono il ciclo della vita che muore e da cui rinasce una nuova vita, si diventa partecipi di questo destino universale.
Il giudeo Saulo della città di Tarso, in Asia Minore, verso la metà del 1° secolo, si converte alla dottrina di Gesù di Nazareth che i cristiani riconoscono come il Salvatore, morto per gli uomini sulla croce e risorto il terzo giorno. Come segno della sua nuova vita, Saulo cambia il suo nome in Paolo: d’ora in poi sarà apostolo, cioè testimone e annunciatore di Gesù Cristo.
Per interpretare la figura e la missione di Gesù egli per primo parla del mistero di Dio che è stato rivelato agli uomini. Il mistero, per Paolo di Tarso, è il disegno di luce e di vita per gli uomini che Dio, da sempre, ha pensato nel suo cuore. Quand’è scoccata l’ora prevista dall’eternità, Egli ha realizzato questo disegno inviando nel mondo suo figlio, Gesù.
Gesù, a sua volta, ha rivelato agli uomini le verità che conducono al Cielo. Esse si riassumono nel duplice comandamento dell’amore a Dio e al prossimo, perché Dio stesso – e questo è il suo mistero più intimo – è infinito amore. Gesù ha dato testimonianza di ciò offrendo la sua vita per gli uomini sul legno della croce. Risorgendo il terzo giorno e apparendo vivo ai suoi discepoli, ha loro assicurato che chi crede nell’amore di Dio e vive di conseguenza sarà partecipe della vita eterna.
Nello sviluppo successivo del cristianesimo, la visione unitaria del mistero di Cristo viene esplicitata nei molti misteri della vita del Salvatore. Nel Medioevo, per esempio, il grande teologo e filosofo Tommaso d’Aquino parla del mistero del Natale, del Battesimo al fiume Giordano, della Trasfigurazione sul monte Tabor, della Pasqua di morte e resurrezione. Secondo la fede della Chiesa, i credenti diventano partecipi di questi misteri soprattutto attraverso i sacramenti. Così, con il Battesimo il cristiano partecipa al Battesimo di Gesù e viene immerso nella sua morte per risorgere con lui. Con l’Eucaristia egli riceve in sé la vita stessa di Gesù, il suo corpo e il suo sangue, e viene assimilato a lui. A ciò deve poi corrispondere una condotta di vita caratterizzata dalla fedeltà all’amore insegnato da Gesù.
Nell’Età moderna il significato di mistero subisce profonde trasformazioni. Si afferma, infatti, il desiderio di spiegare con la ragione tutto ciò che tocca la vita e il destino dell’uomo. La ragione diventa in tale modo il giudice supremo chiamato a riconoscere la verità e a rifiutare la falsità. Questo, in particolare, è il programma di quella vasta corrente culturale che, a partire dal 18° secolo, viene chiamata Illuminismo: essa elegge la luce della ragione come guida unica e sicura nel cammino dell’umanità.
In questo nuovo contesto, il mistero è ciò che sfugge alla ragione, ciò che rimane nascosto. Esso, per alcuni, designa il dominio proprio della fede e della religione, diverso da quello della filosofia e della scienza. Per altri, invece, indica semplicemente il limite della conoscenza umana. L’umanità, mediante la ragione e le diverse scienze, penetra infatti sempre più a fondo nei segreti della natura. E così il limite della conoscenza è spostato sempre più in avanti, in un cammino progressivo di scoperta della verità delle cose.
La fiducia ottimistica nel progresso della scienza e della tecnica e anche nei progetti sociali, economici e politici costruiti dalla ragione moderna si è però scontrata con gravi ostacoli ed è andata incontro a tragici fallimenti. È ciò che l’umanità ha sperimentato soprattutto nel corso del 20° secolo. Le due guerre mondiali, i regimi totalitari, l’uso distruttivo dell’energia atomica, gli eccidi perpetrati nei campi di concentramento, il pericolo del disastro ambientale, l’incertezza per il futuro hanno fatto sperimentare i limiti della ragione.
Per tutti questi motivi assistiamo negli ultimi decenni a un ritorno di interesse per il mistero. Questo interesse assume forme diverse. Per alcuni significa riscoperta di tutto ciò che nella vita non ha a che fare solo con la ragione, ma con gli affetti, lo stupore, la bellezza, la sorgente della vita, il destino che ci attende oltre la morte. Per altri viene a significare addirittura il rifiuto della ragione moderna per ritornare a un’immersione vitale in ciò che è semplicemente naturale o per rifugiarsi in forme vere e proprie di superstizione.
In modo più equilibrato, l’esperienza del mistero si propone oggi come il riconoscimento di un orizzonte più ampio e più profondo dell’esistenza umana e del destino dell’Universo e della storia. Si tratta, per chi ha fede, di un orizzonte di luce e di vita che ci avvolge, ci sostiene e indirizza il nostro cammino. Anche molte correnti filosofiche e scientifiche affermano oggi che non c’è un insanabile contrasto tra l’uso responsabile della ragione e l’apertura a un mistero più grande che sollecita e orienta la ricerca dell’uomo.
Il filosofo francese Gabriel Marcel, per esempio, ha proposto di distinguere tra ciò che è semplicemente un problema e ciò che è propriamente un mistero. Problema è qualcosa che non conosciamo, ma che possiamo risolvere con gli strumenti che ci mette a disposizione la ragione. Così si può parlare di un problema di matematica, di cui possiamo trovare, sia pure con difficoltà, la soluzione. Mistero è invece un orizzonte di verità e di bene che tocca il significato della nostra esistenza. Non possiamo risolverlo una volta per tutte, ma dobbiamo impegnarci, con tutti noi stessi, a scoprirlo e decifrarlo poco a poco, nella consapevolezza che esso resta sempre al di là della nostra comprensione. Il mistero, in altri termini, è qualcosa che interpella la nostra libertà e impegna la nostra responsabilità, che ci si offre e ci chiama ad andare sempre oltre.
Riaffiora così l’apporto che alla percezione e decifrazione del mistero è offerto dalle diverse tradizioni religiose. Esse, quando sono autentiche, si presentano appunto come le custodi del mistero nella storia dell’uomo. Il cristianesimo per esempio indica con mistero il progetto di Dio sull’uomo e sul mondo, che chiama in causa la ragione e la libertà umana e si riassume nell’amore per quel Dio che è «più grande del nostro cuore» e per ogni uomo e ogni creatura in cui risplende un raggio luminoso del mistero della vita.