Pseudonimo di artista americano (n. San Francisco 1974), tra i principali interpreti del muralismo contemporaneo astratto. Le origini del suo percorso artistico risalgono al 1999, quando, dopo aver trascorso sei anni a New York, si reca in Spagna e si unisce a una crew di writer, confrontandosi per la prima volta con la sfera dei graffiti. Dalle sperimentazione nel campo del post-graffiti scaturiscono le sue peculiari composizioni di forme, linee e colori che si avvicinano ai motivi di alcuni movimenti astratti del Novecento. Durante il tempo trascorso tra il 1999 e il 2007 ai Caraibi, e in particolar modo in Giamaica, M. sviluppa un accentuato cromatismo caratterizzato da toni caldi e brillanti. La principale componente del suo lavoro rimane, in ogni caso, lo studio attento dell’interazione degli elementi dipinti con lo spazio e le dimensioni architettoniche contestuali, in direzione di un’armoniosa combinazione tra segno, colore e superficie. Forme limpide e piatte si alternano a tracce più libere e casuali, particolari texture e trame geometriche dal dinamismo ottico sono rese possibili da strumenti appositamente creati dall’artista. Nel 2006 M. è passato alla ribalta dei media per Tags the width of Manhattan, una lunghissima tag realizzata sull’asfalto delle strade di Manhattan dalla sella della propria bicicletta, affinché la sottile linea arancione della lunghezza di circa tredici chilometri rivelasse, in un’ipotetica visione dall’alto, il suo pseudonimo tracciato da una parte all’altra dell’isola. Dai piccoli interventi iniziati in Spagna ai grandi murali internazionali, l’artista statunitense ha influenzato con la sua opera la scena contemporanea della street art, anche attraverso collaborazioni con altri artisti urbani attivi nel campo astratto, come gli spagnoli Zosen ed Eltono o l’americana Maya Hayuk. Ha inoltre preso parte a manifestazioni di primo piano come Fame a Grottaglie (2010, 2011, 2012), Open Walls a Baltimora (2012), Outdoor a Roma (2012) e Wynwood Walls a Miami (2012).