Napoleone III
Il nipote che sognò di far rivivere le ambizioni imperiali dello zio
Nipote di Napoleone Bonaparte, Napoleone III fu imperatore dei Francesi dal 1852 al 1870. Egli volle far rivivere la tradizione politica del grande zio, aspirando a fare della Francia la potenza dominante del continente. Ma le sue enormi ambizioni furono stroncate dalla clamorosa sconfitta da parte della Prussia
nel 1870
Luigi Carlo Napoleone Bonaparte, figlio del fratello di Napoleone I, Luigi Bonaparte, già re d’Olanda, e di Ortensia Beauharnais, nacque a Parigi nel 1808. Negli anni giovanili partecipò con Ciro Menotti ad attività cospirative in Romagna (1831); nel 1836 e nel 1840 mise in atto tentativi finiti nel nulla di abbattere la monarchia di Luigi Filippo. Arrestato, riuscì a evadere dalla prigione. A farlo uscire dall’isolamento fu la rivoluzione del 1848 in Francia: costituita la Repubblica, venne eletto ripetutamente deputato.
La sua ascesa al potere fu il frutto degli aspri conflitti interni alla Repubblica. Presentandosi ai ceti borghesi e ai contadini come fautore dell’ordine e agli operai come amico della democrazia, il 10 dicembre 1848 fu eletto a schiacciante maggioranza presidente della Repubblica.
Compiuta una svolta in senso conservatore, Bonaparte ottenne il deciso appoggio dei cattolici e della Chiesa inviando nel 1849 truppe francesi per soffocare la repubblica romana guidata da Mazzini e difesa da Garibaldi e riportare al potere Pio IX, e assegnando alle scuole cattoliche il monopolio dell’istruzione elementare e secondaria. Quando l’Assemblea legislativa rifiutò di modificare la legge che vietava una sua seconda elezione alla presidenza, nel dicembre 1851 compì un colpo di Stato, facendosi nominare presidente per dieci anni, con l’avallo di un plebiscito popolare.
Un nuovo plebiscito nel dicembre 1852 sanzionò la restaurazione dell’impero. L’imperatore prese il nome di Napoleone III. L’anno seguente egli sposò la contessa spagnola Eugenia de Montijo. Ebbe a quel punto inizio il Secondo impero, destinato a durare poco meno di vent’anni.
Durante gli anni del Secondo impero la Francia ebbe un notevole sviluppo economico, rispecchiato dall’Esposizione di Parigi del 1855, dall’esportazione di capitali, dai lavori per il Canale di Suez, dai grandi interventi in campo edile che trasformarono la capitale.
Attiva fu la politica coloniale (colonialismo), che portò i Francesi a stabilire il proprio saldo controllo su Algeria, Senegal, Cocincina (la parte più meridionale del Vietnam) e Cambogia. Dal 1854 al 1856 la Francia condusse a fianco dell’Inghilterra una difficile ma alla fine vittoriosa guerra contro la Russia che aveva attaccato la Turchia. Un altro successo fu la guerra del 1859 contro l’Austria, nella quale Napoleone sostenne il Regno di Sardegna, ricevendo da questo quale compenso Nizza e la Savoia. Un grave insuccesso fu invece la spedizione militare in Messico (1862-67), intesa a costituire un impero satellite, che si concluse con la vittoria dei nazionalisti messicani, sostenuti dagli Statunitensi.
Per le tecniche impiegate nel dominio della società francese, egli è considerato uno dei padri e degli ispiratori delle dittature moderne. Dopo un decennio di governo fortemente autoritario, però, la forza dell’opposizione cattolica, che accusava l’imperatore di aver contribuito alla dissoluzione dello Stato della Chiesa appoggiando il processo del Risorgimento italiano, e quella della risorta opposizione repubblicana indussero il regime a un’apertura in senso liberale.
Nel luglio del 1870 Napoleone dichiarò guerra alla Prussia guidata dal cancelliere Bismarck, non volendo accettare la candidatura di un principe di Hohenzollern al trono spagnolo. Contro ogni previsione, l’esercito francese venne sconfitto a Sedan: l’imperatore fu fatto prigioniero e in Francia fu proclamata la repubblica. Napoleone, liberato nel 1871, andò in esilio in Inghilterra, dove morì a Chislehurst nel 1873.