Naturalismo
Riprodurre il mondo con obiettività
Erede del realismo, il naturalismo è una corrente artistica, filosofica e letteraria che sceglie la realtà quotidiana come soggetto privilegiato e la indaga con la stessa obiettività impersonale con cui viene studiata dagli scienziati. Così come gli scrittori naturalisti si accostano agli ambienti e ai personaggi dei romanzi e dei racconti con un atteggiamento di studio distaccato, gli artisti creano paesaggi e scene di vita quotidiana senza interpretazioni o abbellimenti
Il termine naturalismo indica la tendenza a riprodurre il più fedelmente possibile la realtà e la natura: gli artisti e gli scrittori cercano di adottare la stessa obiettività e immediatezza della macchina fotografica, dipingendo e raccontando senza alcuna modifica o intervento personale. Il naturalismo assume così, nelle arti figurative e nella letteratura, gli stessi caratteri del positivismo.
Prima lo scrittore poteva intervenire nella vicenda di volta in volta narrata con suoi giudizi e commenti in prima persona; ora, invece, all’autore naturalista viene richiesto il massimo distacco, per ottenere una rappresentazione il più possibile impersonale: per gli scrittori naturalisti il narratore deve scomparire dietro l’azione che racconta. Anche l’artista evita ogni abbellimento e ogni sintesi: il paesaggio deve essere tradotto sulla tela in maniera impersonale ed esatta, senza interpretazioni o semplificazioni. Il naturalismo sembra allora mettersi in gara con la realtà e raggiunge un virtuosismo impressionante; non cerca di idealizzare la realtà ma riproduce ogni dettaglio in maniera obiettiva: un frutto viene ritratto anche se è marcio, un volto viene descritto anche quando è segnato dalle rughe.
Il naturalismo in senso stretto è una corrente letteraria sorta in Francia e poi diffusa nel resto d’Europa, nella seconda metà del 19° secolo, come continuazione del realismo: ricerca la rappresentazione della realtà in modo obiettivo, senza gli eccessi e la fantasia degli artisti del romanticismo. Ha influenzato l’arte, la filosofia, l’economia. Uno dei suoi maggiori teorici fu Hyppolite Taine. Legato al pensiero filosofico del determinismo, che affermava che tutti i fenomeni sono il prodotto di alcune cause precise, Taine riconosceva nella razza, nell’ambiente e nel momento storico i tre fattori fondamentali che determinano i comportamenti e le scelte degli esseri umani. E dunque anche degli scrittori, oltre che, sul piano della finzione narrativa, dei loro personaggi. Tra i maggiori esponenti del naturalismo francese, ricordiamo i fratelli Edmond e Jules de Goncourt, Guy de Maupassant e soprattutto Émile Zola. Quest’ultimo si sofferma spesso nei suoi libri sul motivo dell’ereditarietà, per dimostrare come la storia di ogni persona sia determinata da fattori biologici e psicologici di origine familiare. Per esempio, se uno dei genitori è schizofrenico o alcolizzato, il figlio risentirà di questi problemi e magari li trasmetterà a sua volta ai propri discendenti.
Nel linguaggio della critica d’arte un’opera naturalista è molto simile a un’opera realista, tanto che spesso i due termini vengono usati come sinonimi. Ma mentre il realismo a volte accentua certi dettagli per descrivere le condizioni di vita sociale anche con intenti polemici, il naturalismo non esprime giudizi, è anzi sempre distaccato, e inoltre non ha intenti provocatori né pittoreschi.
Tra i maggiori protagonisti del naturalismo europeo vanno anche ricordati i tedeschi Adolf Menzel e Hans Thoma e i belgi Constantin Meunier e Charles de Groux. Tra gli artisti italiani, si annoverano i fratelli Filippo e Giuseppe Palizzi e Serafino De Tivoli, che seguendo la nuova ideologia del naturalismo trovano ispirazione diretta nella realtà soprattutto dei soggetti umili e quotidiani, raffigurando l’ambiente della campagna o del mondo del lavoro. Proprio per questi specifici caratteri il naturalismo influenza anche lo stile pittorico dei macchiaioli.