Ramo della biochimica che applica i propri metodi allo studio delle strutture e del funzionamento del sistema nervoso. Nell’ambito delle scienze neurologiche la n. rappresenta una corrente di studi che si è rivelata particolarmente fertile di risultati, grazie allo sfruttamento dei mezzi e delle tecniche d’indagine comuni alle altre scienze biologiche (autoradiografia, centrifugazione frazionata, cromatografia, microscopia elettronica, microscopio a scansione) e alla messa a punto di tecniche sue proprie che, al riparo da artefatti, permettono la dimostrazione degli stessi componenti labili e, grazie alla loro rapidità, di cogliere il processo fisiologico nel momento critico voluto. Per quanto concerne i risultati possono essere citate le acquisizioni in tema di mediazione chimica, comprendenti sia l’individuazione dei singoli mediatori e delle loro linee metaboliche, sia le modalità e i livelli della loro azione, quelle concernenti i processi chimici che si svolgono nelle giunzioni neuromuscolari, nei recettori e in particolare nei fotorecettori, le osservazioni sul substrato chimico dei meccanismi della memoria e, nel campo della patologia, l’interpretazione della patogenesi di alcune malattie quali l’oligofrenia fenil-piruvica, il morbo di Wilson, o degenerazione epato-lenticolare, e il morbo di Parkinson.