Fenomeno urbanistico sorto in Gran Bretagna nel secondo dopoguerra, nella tradizione dell’utopia urbanistica ottocentesca che aveva trovato una prima applicazione nella ‘città giardino’ di E. Howard. In base al New town act (1947), fu avviata la costruzione di 13 città (fra cui Crawley, Harlow, Cumbernauld), inizialmente previste per una popolazione di 20.000-60.000 abitanti ciascuna, ubicate presso le vie di comunicazione principali e dotate di zone industriali esterne. L’iniziativa ebbe alterne fortune nel corso degli anni 1950 e 1960. Obiettivo di fondo era il riequilibrio delle grandi concentrazioni urbane generate dallo sviluppo capitalistico e, soprattutto, il decongestionamento dell’area londinese, intorno alla quale gli insediamenti venivano per la maggior parte localizzati. Tale decentramento, essenzialmente residenziale anziché esteso anche alle attività produttive, ha prodotto risultati discussi. Inoltre, le caratteristiche edilizie adottate, con prevalenza di abitazioni monofamiliari di costo relativamente elevato, hanno contribuito nel tempo a determinare insediamenti selettivi, generalmente limitati alle classi sociali medio-alte.