Filosofo e uomo politico italiano (Livorno 1924- ivi 2005). Partendo da studi di storia della filosofia, applicò le categorie marxiste in chiave storicistico-gramsciana, avendo come oggetto di studio la filosofia italiana del Seicento e del Settecento. Approfondì lo studio del pensiero di G. Bruno, T. Campanella e G. Vico e si dedicò all'analisi teorica degli autori marxisti. Prof. di storia della filosofia all'univ. di Pisa, fu solido punto di riferimento per diverse generazioni di intellettuali politicamente impegnati; fu sindaco di Livorno dal 1954 al 1966, membro del Comitato centrale del PCI, presidente (1971-1993) dell'Istituto Gramsci, dove, insieme al direttore F. Ferri, diede avvio a una feconda stagione di studi collettivi (dall'edizione critica dei Quaderni del carcere di Gramsci alla prima edizione di documenti resistenziali con Le Brigate Garibaldi nella Resistenza). Si è ritirato dalla vita politica dopo i cambiamenti avvenuti nell'ultimo decennio del Novecento. Oltre alle opere sulla filosofia moderna, si ricordano: Per il comunismo (1972); Il marxismo di Gramsci (1975); Forme della politica e teorie del cambiamento (1983); Laici credenti all'alba del moderno (2005).