Vedi Niger dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Il Niger è una repubblica semi-presidenziale situata nel cuore dell’Africa occidentale, senza sbocchi sul mare e con metà del territorio occupato dal deserto del Sahara.
Dal 2009, dopo un decennio di scarsa stabilità interna, l’ex colonia francese ha attraversato una fase di profonda turbolenza politica. Con l’intento di restare in carica oltre la scadenza naturale del suo secondo (e, per la Costituzione, ultimo) mandato, l’ex presidente Mamadou Tandja ha infatti indetto nell’agosto 2009 un referendum popolare che decretasse la fine della Quinta Repubblica e l’inizio della Sesta, assegnando a lui stesso la carica di presidente ad interim per i successivi tre anni di transizione. In quell’occasione la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ammonì Tandja ad aprire, nel rispetto delle regole democratiche, un dialogo con l’opposizione, che boicottò il referendum. La mancata accettazione delle richieste dell’Ecowas da parte di Tandja indusse l’organizzazione a sospendere il Niger dal gruppo regionale. Il risultato del referendum fu favorevole al presidente a schiacciante maggioranza, sebbene accompagnato dall’accusa di violenze e brogli diffusi.
Nel febbraio del 2010, dopo mesi di stallo politico, il generale Salou Djibo è stato tra i principali autori di un colpo di stato militare, durante il quale Tandja è stato destituito e Djibo stesso è stato posto a capo del Consiglio supremo per la restaurazione della democrazia (Csdr). L’accaduto ha suscitato la condanna della comunità internazionale e in particolar modo dell’Unione Africana, che ha a sua volta sospeso il Niger dal consiglio dell’organizzazione. Il Csdr si è però dimostrato fedele ai patti, e dopo un anno di transizione il Niger si è avviato nel 2011 verso la strada della normalizzazione politico-istituzionale. Tra gennaio e aprile 2011 si sono infatti tenute nuove elezioni presidenziali, che hanno decretato la vittoria di Mahamadou Issoufou, uno dei leader dell’opposizione a Tandja, segnando l’avvio del processo di ritorno alla democrazia.
Oltre all’instabilità politica, la minaccia rilevante per il Niger è di natura climatica. Aridità e siccità sono infatti problemi che affliggono in misura sempre maggiore il paese, la cui popolazione è per lo più povera e priva dei beni di prima necessità. Il fenomeno della desertificazione, recentemente sempre più accentuato, ha ridotto del 90% le terre storicamente arabili, mantenendo alto il rischio di crisi alimentari e prosciugando pericolosamente il fiume Niger, unico corso fluviale del paese. Per fronteggiare l’emergenza climatica, il Niger si appella alle organizzazioni regionali del Comitato interstatale permanente per la lotta alla siccità nel Sahel, dell’Autorità del bacino del Niger e della Commissione del bacino lacustre del Ciad.
Sul fronte della cooperazione internazionale, il Niger persegue obiettivi strategici di natura politica e finanziaria, impegnandosi in particolare nei programmi regionali per il pattugliamento comune dei confini e in quelli miranti alla crescita economica. Proprio la crescita dell’economia è infatti fortemente legata ai piani varati dall’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale (Uemoa), a quelli adottati dalla Comunità degli stati sahelo-sahariani (Cen-Sad) e agli investimenti diretti provenienti dall’estero e diretti verso i settori dell’edilizia (costruzione di strade e dighe in primis), dell’energia elettrica e dell’estrazione mineraria e petrolifera.
Tra i progetti più significativi si annoverano la prima raffineria di idrocarburi del paese, in corso di realizzazione nella città di Zinder ad opera di una compagnia nazionale cinese, e l’apertura a Imouraren della seconda miniera di uranio più grande al mondo che, inaugurata nel 2013, verrà gestita da Areva, società statale francese già operante nel settore nigerino dell’estrazione di uranio. Proprio la Francia, le cui stazioni nucleari dipendono per un terzo dall’uranio del Niger (sesto stato al mondo per la produzione di tale materia prima), è il primo paese donatore e maggiore partner commerciale dell’ex colonia. La Cina, invece, è oggi divenuta il più importante investitore in Niger e la sua presenza nel paese appare destinata ad aumentare ulteriormente.
Sul piano della sicurezza il paese è impegnato ad arginare i pericoli del terrorismo di matrice islamica e delle insurrezioni del movimento dei Tuareg Mouvement des Nigériens pour la Justice (Mnj). Quest’ultimo, radicato nella regione settentrionale di Agadez, rivendica ciclicamente e sotto varie sigle una maggiore autonomia politica. La rivolta più recente risale al 2007 e si è conclusa due anni dopo con la stipula di un accordo di fine ostilità siglato a Tripoli. Per la lotta alle organizzazioni terroristiche di al-Qaida nel Maghreb islamico (Aqim) il Niger si affida all’iniziativa statunitense contro il terrorismo transahariano (Trans Sahara Counter Terrorism Initiative, Tsci), che pattuglia i territori del Sahel e del Sahara e addestra, equipaggia e coordina le truppe di frontiera di Ciad, Mali, Mauritania e Niger. Assieme alla Nigeria, questi ultimi tre paesi hanno inoltre recentemente inaugurato una sede di comando militare congiunto, al fine di combattere il terrorismo.