Niger
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato interno dell'Africa centro-settentrionale. La popolazione (che ammontava a 10.790.352 ab. al censimento del 2001) vive prevalentemente concentrata nella regione meridionale, più favorevole sotto il profilo climatico, ma con una densità molto più elevata rispetto al valore medio nazionale. L'insediamento urbano interessa il 22,2% (2003) della popolazione complessiva. Principale agglomerato è la capitale Niamey, che conta circa 890.000 ab. (2003).
Grazie a un periodo di relativa stabilità politica, eccezionale nella storia del Paese, nei primi anni del 21° sec. il reddito nazionale ha registrato un piccolo progresso, il deficit di bilancio è stato ridotto, le privatizzazioni sono aumentate, ma la situazione socioeconomica rimaneva decisamente precaria con indicatori di sviluppo umano tra i più bassi del mondo. I miglioramenti registrati non riuscivano infatti a indurre cambiamenti strutturali, non essendo in grado di modificare una realtà drammaticamente penalizzata da un ambiente fisico particolarmente ostile, minacciato dai processi di desertificazione e di erosione dei suoli. Inoltre, i due terzi della popolazione vivono al di sotto della soglia di povertà e il restante terzo è considerato 'estremamente povero'. Per combattere questa situazione sono intervenuti gli organismi internazionali: nel 2004 il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale hanno annullato parte del debito estero del N., seguiti nel 2005 dai Paesi del Club di Parigi. Le principali attività economiche sono l'agricoltura di sussistenza, l'allevamento e lo sfruttamento dei giacimenti di uranio. Il settore primario assicura più di quattro posti di lavoro su cinque e il solo allevamento contribuisce alla formazione del PIL per il 14%. Tuttavia non sono rare le carestie: in particolare, la campagna 2004-05 è stata disastrosa, in seguito tanto a un periodo di siccità quanto a un'invasione di cavallette che ha interessato tutta la sezione occidentale del continente africano.
Storia
di Emma Ansovini
I primi anni del 21° sec. segnarono una novità nella vita politica del N. perché, per la prima volta dall'introduzione del multipartitismo (1992), furono caratterizzati da una relativa stabilità politica e di governo. M. Tandja, eletto presidente della Repubblica nel 1999, concluse infatti regolarmente il suo mandato nel 2004 e così fu anche per la legislatura. Alla stabilità istituzionale non corrispose però un miglioramento della situazione economico-sociale, che continuò a essere caratterizzata da connotazioni fortemente negative. Il N. occupava nel 2004 l'ultimo posto nell'indice sullo sviluppo umano dell'ONU, con un tasso di analfabetismo superiore al 70%, con un'aspettativa di vita alla nascita di 44 anni, con il 64% della popolazione sotto la soglia di povertà e con una forte crescita demografica (3,3%). Ad aggravare la precaria situazione del Paese, già povero di risorse e di infrastrutture, contribuivano nei primi anni del 21° sec. la discesa del prezzo dell'uranio, di cui il N. era il secondo produttore mondiale, l'indebitamento estero e la crisi della Costa d'Avorio (tradizionale sbocco dell'emigrazione nigerina). Le economie di bilancio imposte dagli organismi internazionali privavano peraltro lo Stato di risorse da destinare alla sanità e alla scuola, peggiorando le condizioni di vita della popolazione e tenendo alto il livello della conflittualità sociale, in particolare nel settore del pubblico impiego, che scendeva più volte in sciopero nel corso del 2000 e del 2001 per il mancato pagamento degli stipendi. La crisi del sistema scolastico, se nei gradi alti dell'istruzione aggravava la cronica mancanza di competenze tecniche, nel sistema dell'educazione di base favoriva la diffusione delle scuole coraniche finanziate dai Paesi del Golfo Arabico. Il radicarsi del fondamentalismo introduceva un altro elemento di crisi nel fragile assetto del Paese: nel corso del 2000 molte organizzazioni islamiche, cresciute in quegli anni all'interno di vari centri culturali, avanzarono la richiesta di introdurre la šarī̔a (legge coranica). Nel novembre 2000 si verificarono manifestazioni con scontri violenti e molti arresti, mentre ulteriori arresti di leader islamici ci furono nel corso del 2002. Il governo, sorretto da una debole maggioranza parlamentare, si trovò inoltre a dover fronteggiare, nel luglio 2002, anche un tentativo di ammutinamento delle forze armate, che lo portò a dichiarare lo stato d'emergenza in una parte del Paese. Lo stesso governo si servì di questo momento di crisi per restringere la libertà di stampa, con la chiusura di giornali e l'arresto di giornalisti indipendenti (seconda metà del 2003), e accrescere il suo controllo sui mezzi di comunicazione di massa. La soluzione del conflitto che aveva opposto per lunghi anni il governo centrale ai Tuareg, con la consegna delle armi da parte degli ultimi gruppi ribelli nel giugno 2000, rese possibile l'introduzione nel nuovo codice penale della norma che puniva la pratica della schiavitù, diffusa per tradizione nella società tuareg, e la partecipazione a incarichi di governo di personalità appartenenti a questa etnia. Nel 2004 (nov.-dic.) si svolsero le elezioni presidenziali che videro la vittoria al secondo turno di Tandja con il 65,5% dei voti. Nelle consultazioni legislative tenutesi contemporaneamente al secondo turno, il Mouvement national pour la société de développement (MNSD-Nassara), partito di riferimento del presidente, ottenne 47 seggi su 113, seguito con 25 dalla coalizione guidata dal Parti nigérien pour la démocratie et le socialisme (PNDS-Tarayya) e 22 dalla Convention démocratique et social (CDS-Rahama), mentre ad altre formazioni minori andarono gli altri 19 seggi. Le già precarie condizioni economiche del Paese subirono un ulteriore peggioramento nel corso del 2005 a causa della siccità che provocò una gravissima crisi alimentare e richiese anche l'intervento delle Nazioni Unite con un piano di emergenza coordinato dal World Food Programme (WFP).