Comune della prov. di Modena (55,4 km2 con 14.727 ab. nel 2008).
Sorse intorno all’abbazia di S. Silvestro, fondata da s. Anselmo, cognato di Astolfo re dei Longobardi, verso il 753, e per la sua grande ricchezza e potenza, spesso dai sovrani fu assegnata ad abati estranei alla comunità; nel 1058 la città fu circondata di mura dall’abate Gobescalco. Matilde di Canossa se ne impadronì (1085) e ne adoperò i tesori per la causa di Gregorio VII. Nel 1411 Niccolò III d’Este ne ottenne la signoria: da allora N. rimase stabilmente incorporata nello Stato modenese. L’abbazia era retta da abati commendatari; ai benedettini, nel 1514, si sostituirono i cistercensi; nel 1783 vi fu istituito un capitolo di canonici e dal 1821 fu unita, personalmente, al vescovato di Modena.
L’edificio dell’abbazia, ricostruito nel 12° sec. in stile romanico, manomesso nel 17° e nel 18°, fu riportato alle forme primitive tra il 1913 e il 1921. Soprattutto notevoli la facciata della chiesa, ricostruita dopo il terremoto del 1117, con sculture (1121) di un discepolo di Wiligelmo, e la cripta. Nell’archivio, importantissima raccolta di pergamene (oltre 6000, 8°-14° sec.), di protocolli notarili (1281-1561).
Particolare importanza ebbe fra l’8° e il 9° sec. il centro scrittorio del monastero, dove furono prodotti numerosi codici in un tipo particolare di precarolina assai vicino alla scrittura detta beneventana; in seguito N. fu un notevole centro di diffusione della minuscola carolina nell’Italia centro-settentrionale. I codici nonantolani sono ora conservati per la maggior parte nel fondo Sessoriano della Biblioteca Nazionale di Roma. Dallo stesso scrittorio uscirono anche notevolissimi codici miniati (tra cui l’evangeliario miniato detto di Matilde, del 12°-13° sec., e il codice nonantolano degli Acta Sanctorum). Nel 15° sec. l’abbazia ebbe una propria tipografia, che nel 1480 stampò un Breviario Romano (detto Nonantolano), adorno di xilografie.