Nome comune, senza valore sistematico, di alcuni Uccelli Anseriformi Anatidi di taglia media, delle zone umide o costiere di tutto il mondo. Migratrici, le o. volano in stormo con caratteristiche formazioni a V; durante la muta perdono tutte le remiganti. Vigili, gregarie, pongono sentinelle mentre pascolano; si nutrono principalmente di vegetali.
Il genere principale, Anser, ha becco grosso e alto alla base, con robuste lamelle e unghia terminale, ali lunghe e appuntite, coda corta. A questo genere, a distribuzione olartica, appartengono le specie più comuni in Europa, con becco giallo e piumaggio grigio (uguale nei due sessi), tra cui l’o. selvatica (Anser anser; fig. A), l’o. granaiola (Anser fabalis; fig. B) e l’o. lombardella maggiore (Anser albifrons). Quest’ultima ha colore cenerino scuro, larga fascia bianca attorno alla base del becco, ala lunga 40 cm. Nidifica in Islanda e altre regioni subartiche, sverna in Europa fino al Mediterraneo, in Asia fino all’India settentrionale, Cina e Giappone, in America fino al Messico. È di passo regolare in Puglia. L’o. lombardella minore (Anser erythropus), di dimensioni più piccole, è rara in Italia. L’o. cignoide o o. cigno (Anser [Cygnopsis] cygnoides; fig. I), diffusa in Siberia, è così chiamata perché simile al cigno, per la lunghezza del collo e per la presenza di un tubercolo alla base del becco.
Al genere Branta appartengono specie olartiche, con becco scuro, piumaggio ventrale chiaro e collo generalmente nero, tra le quali l’o. colombaccio (Branta bernicla) e l’o. faccia bianca (Branta leucopsis; fig. C).
Altri generi rappresentativi sono Chloephaga (diffuso in America Meridionale; fig. D) e Nettapus, le o. pigmee (diffuse in Africa sub-sahariana, Asia meridionale e Oceania; fig. E).
Le razze selezionate a partire da specie di oche selvatiche sono dette o. domestiche e comprendono, fra le altre, l’o. di Tolosa (fig. F), di grosse dimensioni, l’o. di Emden (fig. H) bianca con gli occhi azzurri, e l’o. di Romagna (fig. G), anch’essa bianca; allevate sia per la carne, il fegato e le uova, sia per il piumino e le penne.
giochi Gioco dell’o. Goco da tavola. Si svolge fra più persone con due dadi e un cartellone dove sono disegnate a spirale da 63 a 90 caselle numerate; il punto segnato dai due dadi lanciati indica il numero delle caselle che un giocatore percorre a ogni giro. Determinate caselle (specialmente quelle che recano la figura di un’o.) comportano alcuni vantaggi; altre impongono soste o retrocessioni; vince il giocatore che arriva per primo alla casella finale.
medicina Pelle d’o. (più tecnicamente, cute anserina) Caratteristica alterazione della cute, transitoria (➔ orripilazione) o duratura, con piccoli rilievi dovuti alla maggiore sporgenza dei follicoli piliferi. Zampa d’o. In anatomia, lacinia fibrosa tridigitata, in corrispondenza della tuberosità interna della tibia.
Collo d’o. Nelle costruzioni meccaniche, ansa di un albero sulla quale si articola una biella; in particolare, nel gergo automobilistico è sinonimo di albero a gomiti (➔ albero).
Nell’allestimento navale, il collo d’o. è un tubo corto e arcuato che si dispone negli sfoghi d’aria delle casse e dei doppi fondi, su ponti, per impedirvi l’entrata d’acqua, ovvero sui terminali all’aperto delle condotte d’aria per agevolarne il tiraggio.