(gr. ᾿Ωκεανός) Divinità greca. Figlio di Urano e di Gea, forma con Teti sua sorella la più antica coppia di Titani, da cui sono generate tutte le acque del mondo. Nell’iconografia è un vecchio barbuto, spesso è rappresentata la sola testa o la maschera, con chele di gambero che spuntano tra i capelli. L’immagine di O. quale fiume che circonda la terra non dà l’esatta esperienza greca del dio: la nozione di fiume contiene un alcunché di circoscritto e delimitato che non gli appartiene, in quanto è proprio O. che circoscrive e delimita restando in sé illimitato. O. è ‘origine degli dei’ (Iliade XIV, 201) e al tempo stesso luogo di comunicazione con il mondo dei morti; la collocazione in prossimità di O. di popoli mitologici come i Cimmerii, immersi nell’oscurità, manifesta il suo carattere di matrice universale e irrelativa dove possono anche coincidere Oriente e Occidente. In qualità di ‘origine assoluta’ la figura di O. si ricollega a tutta la categoria di immagini primordiali (➔ cosmogonia).
Figlie di Oceano e di Teti sono le Oceanine, personificazioni delle fonti e delle sorgenti. Esiodo ne nomina 41.