Mito o dottrina che ha per oggetto la formazione dell’Universo.
C. può essere tanto il complesso delle dottrine cosmologiche elaborate dalle grandi religioni orientali e antiche, quanto il limitato orizzonte delle culture primitive più arcaiche. Una prima distinzione morfologica divide le c. che comportano la figura di un essere supremo creatore delle cose, dotato di personalità e separato dal mondo, da quelle che narrano le origini del mondo partendo da uno o più principi primordiali da cui si sarebbero in seguito svolte, per sviluppo o per genealogia o per separazione operata da un essere mitologico qualsiasi, le successive realtà cosmiche e divine fino al momento in cui viene instaurato il mondo così come si presenta attualmente. Le c. appartenenti alla prima categoria sono proprie delle grandi religioni monoteistiche storiche, quali il mazdeismo, il giudaismo, l’islamismo, e delle religioni primitive che comprendono la nozione di un essere supremo creatore. All’interno di questa categoria di c. ‘creazionistiche’ primitive si riscontra un’articolatissima differenziazione. Alle culture arcaiche è ignoto il concetto di creazione ex nihilo: l’essere supremo si muove e opera in qualcosa che non è il ‘nulla’ o il ‘non essere’ proprio della speculazione occidentale, e neppure la ‘materia preesistente’, ma la virtualità opaca di ciò che diventerà un orizzonte cosmico e sociale definito. I modi operativi degli esseri supremi si presentano spessissimo come chiaramente magici: frequentemente il creatore è senz’altro definito come un mago o sciamano (medicine-man); presso gli aborigeni della California l’essere supremo opera secondo le modalità con le quali operavano i loro sciamani, e in un caso particolarmente notevole (presso i Carrier), gli si attribuisce la facoltà di creare mediante la sola forza del pensiero, il che trova analogia nelle tecniche di concentrazione sciamanistica. Questo carattere magico e straordinario dell’operare permane anche, al di là delle civiltà religiose primitive, in molte figure di vere e proprie divinità che stanno al vertice dei pantheon politeistici: per es., Varuna nella religione vedica, Odino nella mitologia scandinava.
Tema centrale di tutte le c. è sempre quello di un passaggio dal caos al cosmo, dal virtuale all’attuale, dal pre-essere all’essere. Il pre-essere è simboleggiato dall’Oceano nella tradizione preesiodea, dal Caos in Esiodo, dalle acque primordiali in altre tradizioni: nella mitologia vedica l’oceano al cui centro sta il brahman creatore, l’oceano che è «culla del Ka». Un altro tema cosmogonico fondamentale si incentra sull’evento primordiale costituito dalla separazione del cielo dalla terra, che all’origine erano uniti o comunque in tale prossimità da impedire il manifestarsi delle forme e il sorgere della vita alla luce: tema implicito nella Teogonia esiodea e presente nei miti cosmogonici dei Maori, di popolazioni polinesiane, micronesiane, indonesiane, dei Mantra ecc. A questo tema si ricollegano le c. che narrano l’origine del mondo da un uovo cosmico dal cui guscio, separatosi in una parte superiore e in una parte inferiore, si sarebbero originati rispettivamente il cielo e la terra. Nelle c. per genealogia è spesso attraverso un combattimento che viene compiuta l’instaurazione dell’ordine attuale del cosmo: instaurazione dell’ordine di Zeus dopo la titanomachia, vittoria di Marduk su Tiamat nella c. babilonese ecc. Nelle c. a carattere genealogico, la divinità suprema, che instaura l’ordine del cosmo, è collocata alla fine del processo di sviluppo, differenziandosi nettamente sia dalle supreme e uniche divinità delle religioni monoteistiche sia dalle figure di esseri supremi delle religioni primitive. Questa varietà di forme e di modalità cosmogoniche simboleggia l’unico grande evento che è al centro dell’orizzonte culturale di tutte le civiltà arcaiche e antiche: il passaggio dal caos, dal pre-formale, dal pre-essere, al cosmo delle forme e dell’essere, ciò che distingue nettamente le c. arcaiche da quelle basate sul concetto di creazione ex nihilo. Ma una differenza forse ancora più essenziale consiste nel fatto che mentre la creazione ex nihilo, almeno per l’uomo occidentale, è data tutta in una volta, e che da quel momento la realtà creata vive, nella durata del tempo, di vita autonoma, le c. arcaiche mettono capo a un ordine che deve essere continuamente sostenuto da un complesso mitico-rituale e che devono essere ripetute e riattualizzate periodicamente o anche, eccezionalmente, in circostanze particolari.