(fr. Oran) Città dell’Algeria (655.852 ab. nel 2008), al centro della ben riparata baia omonima; capoluogo dell’omonima provincia. La città vecchia, che si estende su una terrazza fra il massiccio del Murdjajo e il mare, dove sorge l’attivo porto, si è sviluppata soprattutto verso E e verso S. La città nuova sorge sull’altopiano di Karguentah. Prima dell’indipendenza algerina, la maggior parte della popolazione era spagnola e O. era la città con la più alta percentuale di Europei di tutta l’Africa settentrionale. Sbocco dei prodotti agricoli del fertile entroterra (colture orticole lungo la costa e vigneti all’interno), collegata per ferrovia ad Algeri e a Fes, capolinea di quella che penetra fino a Kenadsa, O. ha notevolmente sviluppato anche l’industria, nei settori siderurgico, chimico, alimentare, tessile, del tabacco e calzaturiero.
Fondata ai primi del 10° sec. da un gruppo di musulmani emigrati dall’Andalusia, assunse notevole importanza quale porto commerciale sotto la dinastia dei Merinidi, che nel 1347 la fortificarono. Divenuta rifugio dei pirati algerini, nel 1509 fu assalita e occupata, dopo la strage dei suoi abitanti musulmani, dagli Spagnoli; tornata agli Arabi nel 1709, fu ancora possedimento spagnolo nel 1732-91; il 4 gennaio 1831 fu occupata dai Francesi.
A 40 km a E di O. sono stati messi in luce resti del centro romano di Portus Magnos (o Magnus), fiorito tra il 2° e il 3° secolo.