In biologia, organi il cui sviluppo è limitato a stadi precoci ontogenetici o evolutivi. Un esempio è quello delle modificazioni regressive cui può andare incontro l’occhio nell’oscurità del sottosuolo o delle profondità marine: gruppi ad habitat ipogeo fra i Mammiferi (le Talpe, alcuni Marsupiali), Rettili (Anfisbenidi e Tiflopidi), Anfibi (Typhlomolge, Proteus ecc.), Pesci (Ambliopsidi delle caverne ecc.) presentano appunto singolari parallelismi in tali serie riduttive, da occhi semplicemente più piccoli del normale, a occhi variamente regrediti e talvolta nascosti sotto la pelle. Interessanti fenomeni di rudimentazione presentano, relativamente al guscio, i Molluschi in rapporto alla vita planctonica o i Cefalopodi in relazione all’autonomia locomotoria. Anche nei Cetacei e nei Sirenidi, due gruppi di diverse affinità filogenetiche, si verificano la quasi totale scomparsa del sistema pilifero, la riduzione delle vertebre cervicali e delle ossa del bacino, in correlazione queste ultime all’assenza degli arti posteriori. Con la specializzazione alla corsa su terreno compatto sembra anche da connettersi la rudimentazione delle dita laterali e dei rispettivi metatarsali e metacarpali, nonché dell’ulna e del perone, nell’arto dei Perissodattili e degli Artiodattili. Anche nell’uomo non mancano organi r.: la lanugine fetale; la terza palpebra o membrana nittitante con l’annessa ghiandola di Harder, ridotte rispettivamente alla plica semilunare e alla caruncola dell’angolo interno dell’occhio; i muscoli del padiglione auricolare; la regressione di muscoli diversi in rapporto alla stazione eretta e alla modificata funzione dell’arto anteriore; l’appendice vermiforme del colon ecc.