Storico e uomo politico italiano (Ostiglia, Mantova, 1837 - Milano 1917). Considerato il padre delle Camere del lavoro, conseguì la laurea in giurisprudenza a Pavia nel 1861. Dapprima vicino agli ideali mazziniani, diresse poi i suoi interessi verso i gruppi internazionalisti. Trasferitosi a Milano nel 1876, collaborò con il giornale La plebe di E. Bignami, di cui fu redattore-capo. Fu tra i fondatori del partito operaio italiano (1882), che confluì poi, nel 1892, nel partito socialista. Nel 1890 venne nominato dal Comune di Milano presidente della commissione incaricata di esaminare i problemi della disoccupazione. Eletto consigliere comunale, promosse la fondazione della Camera del lavoro di Milano, portando avanti il progetto di estensione della nuova istituzione operaia a livello nazionale. Nel 1901 fondò inoltre, assieme ad A. Filippetti, l'Università popolare di Milano. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: La Comune di Parigi e l'Internazionale (1874); I nostri contadini (1879); Il Partito operaio italiano (1882-1885) (1885); Le Borse del lavoro (1889); L'influenza economica della classe lavoratrice (1895); Dieci anni di Camere del Lavoro (1899); Coscienza nuova (1909).