Spengler, Oswald
Filosofo della storia tedesco (Blankenburg im Harz, Sassonia-Anhalt, 1880-Monaco di Baviera 1936). Studiò matematica, filosofia, storia e storia dell’arte nelle univv. di Monaco e di Berlino. La sua fama è legata a un’opera, Der Untergang des Abendlandes, concepita prima della Prima guerra mondiale e pubblicata tra il 1918 e il 1922, in cui delineò lo sviluppo dell’umanità secondo uno schema articolato in una pluralità di culture o civiltà, ognuna destinata a ripetere, come un organismo biologico, lo stesso ciclo di nascita, sviluppo e decadenza, compiuto il quale esce dalla storia. S. distingueva nel complesso della storia universale otto civiltà: babilonese, indiana, egiziana, cinese, ellenico-romana, araba, occidentale e centroamericana dei maya, nelle quali soltanto, a suo avviso, si era veramente compiuta la realtà storica. La nostra civiltà occidentale si trova, secondo S., in fase di avanzata decadenza, assai prossima alla fine, mentre insieme al suo tramonto già si annuncia all’orizzonte l’avvento della nuova, vale a dire quella russa. L’opera di S., per la drasticità della sua prognosi, suscitò al suo apparire una polemica lunga e particolarmente vivace, che dette un contributo significativo all’instaurarsi di quel clima apocalittico destinato a favorire in Germania l’ascesa dell’ideologia nazionalsocialista. Altre opere: Der Mensch und die Technik (1931; trad. it. 1931); Politische Schriften (1933); Jahre der Entscheidung (1933; trad. it. 1933); e, postumi, Reden und Aufsätze (1937); Urfragen. Fragmente aus dem Nachlass (1965; trad. it. 1971).