Città della Germania (144.811 ab. ca. nel 2008) (Renania Settentrionale-Vestfalia), nella Selva di Teutoburgo. Centro commerciale, industriale, ferroviario.
Come Patrisbrunna è ricordata la prima volta nel 777, quando Carlomagno vi riunì la dieta imperiale dopo la vittoria sui Sassoni. Soggetta dal 9° sec. alla giurisdizione feudale del vescovo, ne ebbe riconosciuta l’autonomia nei primi decenni dell’11°. Si sviluppò allora come centro commerciale e dal 1295 fece parte della Lega anseatica; aderì nel 1532 alla riforma luterana e con il ristabilirsi dell’ortodossia cattolica perse ogni autonomia (1604). Assegnata alla Prussia nel 1803, passò a far parte nel 1807 del Regno di Vestfalia e col trattato di Vienna tornò prussiana (1815).
La parte antica della città intorno al Palazzo Vescovile è andata distrutta nella Seconda guerra mondiale. La cattedrale tardoromanica (11°-13° sec.), con il suo corpo a tre navate di uguale altezza, diede l’impronta a tutta l’edilizia ecclesiastica gotica della Vestfalia. Notevole la cappella di S. Bartolomeo (1017), la più antica chiesa a volta della Germania. Il Museo Diocesano conserva la Madonna lignea del vescovo Imad (1060 ca.).